Il killer di Mozzate accusa la fidanzata Monica Sanchi di averlo aiutato a uccidere Silvio Mannina. “Vuole coprire i suoi complici”, sostiene l'avvocato della Sanchi.
Il killer di Mozzate, Dritan Demiraj, punta il dito contro la sua donna, Monica Sanchi, la accusa di averlo aiutato ad uccidere il compagno della sua ex fidanzata Lidia Nusdorfi, Silvio Mannina, e non solo di averlo attirato a Rimini con la promessa di un flirt amoroso. Dice poi che l'omicidio sarebbe avvenuto nella casa di via dell'Abete e non alla cava di Sant'Ermete, dove poi il corpo di Mannina è stato seppellito. Che Monica si sarebbe sdraiata su di lui per immobilizzarlo, grazie alla sua stazza, dopo che Dritan l'aveva tramortito. “Dritan vuole coprire i suoi complici – dice il difensore della Sanchi, avvocato De Curtis – ossia lo zio ed un altro suo conoscente, anche lui albanese. Le versioni di Dritan cambiano – aggiunge – inizialmente aveva parlato di omicidio alla cava. Ma non solo – sostiene ancora – le sue dichiarazioni non collimano più con quanto emerso dalle prove”. Ad esempio l'esame autoptico del medico legale sul corpo di Mannina ha accertato che lo strangolamento, con cavo elettrico, è avvenuto con tale forza da far pensare ad almeno due persone. “Ed anche il seppellimento e il trasporto della salma alla cava – continua l'avvocato – non può essere opera di uno solo. Ma la mia cliente, in abbondante sovrappeso, non ha l'agilità per compiere questo genere di azioni. Evidentemente – termina il legale – Dritan vuole salvare chi lo ha aiutato, ma la sua donna non è più tra questi”. Monica lunedì dovrebbe tornare libera: è già accusata di concorso in duplice omicidio. Il secondo, scoperto molto prima, è quello di Lidia Nusdorfi, caso che la donna avrebbe dovuto prevedere, visto cos'era successo con Mannina. Ma era spaventata, dice il suo difensore, avendo visto di cosa Dritan era stato capace, e non ha potuto sottrarsi.
Il killer di Mozzate, Dritan Demiraj, punta il dito contro la sua donna, Monica Sanchi, la accusa di averlo aiutato ad uccidere il compagno della sua ex fidanzata Lidia Nusdorfi, Silvio Mannina, e non solo di averlo attirato a Rimini con la promessa di un flirt amoroso. Dice poi che l'omicidio sarebbe avvenuto nella casa di via dell'Abete e non alla cava di Sant'Ermete, dove poi il corpo di Mannina è stato seppellito. Che Monica si sarebbe sdraiata su di lui per immobilizzarlo, grazie alla sua stazza, dopo che Dritan l'aveva tramortito. “Dritan vuole coprire i suoi complici – dice il difensore della Sanchi, avvocato De Curtis – ossia lo zio ed un altro suo conoscente, anche lui albanese. Le versioni di Dritan cambiano – aggiunge – inizialmente aveva parlato di omicidio alla cava. Ma non solo – sostiene ancora – le sue dichiarazioni non collimano più con quanto emerso dalle prove”. Ad esempio l'esame autoptico del medico legale sul corpo di Mannina ha accertato che lo strangolamento, con cavo elettrico, è avvenuto con tale forza da far pensare ad almeno due persone. “Ed anche il seppellimento e il trasporto della salma alla cava – continua l'avvocato – non può essere opera di uno solo. Ma la mia cliente, in abbondante sovrappeso, non ha l'agilità per compiere questo genere di azioni. Evidentemente – termina il legale – Dritan vuole salvare chi lo ha aiutato, ma la sua donna non è più tra questi”. Monica lunedì dovrebbe tornare libera: è già accusata di concorso in duplice omicidio. Il secondo, scoperto molto prima, è quello di Lidia Nusdorfi, caso che la donna avrebbe dovuto prevedere, visto cos'era successo con Mannina. Ma era spaventata, dice il suo difensore, avendo visto di cosa Dritan era stato capace, e non ha potuto sottrarsi.
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