Saranno processati con giudizio immediato per l’accusa di omicidio premeditato in concorso i responsabili dell’omicidio di Petrit Nikolli, il 42enne idraulico di origine albanese ucciso a colpi di arma da fuoco lo scorso maggio in un agguato a Rivabella. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che arrestarono i presunti killer nel giro di poche ore, tutto sarebbe nato da una vendetta maturata in ambito familiare. La vittima aveva aiutato una nipote ventenne che voleva lasciare il marito per maltrattamenti e pochi giorni prima dell'agguato era andato nel milanese a prenderla, portandola a Rimini con sé. Fatto che scatenò l'ira del marito, che insieme al padre ed a un fratello partirono per la Romagna per un chiarimento finito nel sangue il 25 maggio alle 23, davanti ad un ristorante, sul lungomare. Il 27 febbraio i presunti dovranno comparire davanti alla Corte d’Assise di Rimini. Pochi giorno dopo l'agguato Rimini scese in piazza per un tributo a Petrit, diventato cittadino italiano dopo 20 anni di lavoro in Italia. Venne anche avviata, in quella occasione, una raccolta fondi a favore dei suoi tre figli.
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