Conoscevano bene la realtà sammarinese gli indagati dell'operazione Virgin: avevano creato società ad hoc per ogni obiettivo che si erano prefissati.
Nel traffico di milioni di cd e dvd “vergini”, sgominato dalla Finanza di Fiumicino, coordinata dalla Dda di Napoli, e che ha fruttato un'evasione di almeno 250 milioni di euro, uno dei problemi da risolvere era conoscere bene la documentazione utile a mandare merce a San Marino, con una spedizione diretta magari dalla Germania o dall'Austria. La risposta, fornita a quelli che gli inquirenti ritengono essere i promotori e capi dell'organizzazione, ossia Luciano e Francesco Meoni, padre e figlio, entrambi fiorentini, era creare società ad hoc che a loro volta avessero funzioni di spedizionieri doganali. Una di queste era la Nexus Trade srl, riconducibile ai Meoni, gestita da un prestanome, tra l'altro richiamato per aver commesso l'errore di intestare direttamente ai Meoni gli assegni di un suo cliente. Dopo i controlli della Guardia di Rocca sulla Nexus, il prestanome sarà sostituito, anche se poi risulta rappresentante di un'altra società sammarinese, la Security Network srl, utilizzata, secondo gli inquirenti, per far “girare” il denaro proveniente dalle attività fraudolente. Un'indagata dell'indagine, Sabrina Nicolosi, di Firenze, collaboratrice dei Meoni, riferirà di essere a conoscenza di “flussi di denaro, contante e assegni, che vengono movimentati in entrata e in uscita da San Marino per il tramite di 'spalloni'”. Nel corso di una telefonata intercettata tra Luciano Meoni e il consulente Filippo Tenderini si parla proprio di riciclaggio di denaro e viene nominata la Security Network di San Marino, che pare arrivasse a trasferire fino a 2,1 milioni di euro a Londra, operazione non giustificata, si legge nell'ordinanza, da alcun documento contabile. Dopo la revoca della licenza della Nexus, tutti i contratti e la merce giacente sono intestati alle società sammarinesi Volta Servizi e Trasporti e alla Quantum srl.
Nel traffico di milioni di cd e dvd “vergini”, sgominato dalla Finanza di Fiumicino, coordinata dalla Dda di Napoli, e che ha fruttato un'evasione di almeno 250 milioni di euro, uno dei problemi da risolvere era conoscere bene la documentazione utile a mandare merce a San Marino, con una spedizione diretta magari dalla Germania o dall'Austria. La risposta, fornita a quelli che gli inquirenti ritengono essere i promotori e capi dell'organizzazione, ossia Luciano e Francesco Meoni, padre e figlio, entrambi fiorentini, era creare società ad hoc che a loro volta avessero funzioni di spedizionieri doganali. Una di queste era la Nexus Trade srl, riconducibile ai Meoni, gestita da un prestanome, tra l'altro richiamato per aver commesso l'errore di intestare direttamente ai Meoni gli assegni di un suo cliente. Dopo i controlli della Guardia di Rocca sulla Nexus, il prestanome sarà sostituito, anche se poi risulta rappresentante di un'altra società sammarinese, la Security Network srl, utilizzata, secondo gli inquirenti, per far “girare” il denaro proveniente dalle attività fraudolente. Un'indagata dell'indagine, Sabrina Nicolosi, di Firenze, collaboratrice dei Meoni, riferirà di essere a conoscenza di “flussi di denaro, contante e assegni, che vengono movimentati in entrata e in uscita da San Marino per il tramite di 'spalloni'”. Nel corso di una telefonata intercettata tra Luciano Meoni e il consulente Filippo Tenderini si parla proprio di riciclaggio di denaro e viene nominata la Security Network di San Marino, che pare arrivasse a trasferire fino a 2,1 milioni di euro a Londra, operazione non giustificata, si legge nell'ordinanza, da alcun documento contabile. Dopo la revoca della licenza della Nexus, tutti i contratti e la merce giacente sono intestati alle società sammarinesi Volta Servizi e Trasporti e alla Quantum srl.
Riproduzione riservata ©