Oltre due ore di interrogatorio al Carcere dei Cappuccini, per Mirco Rossi assistito dall'avvocato Lara Conti. Il 47enne di Dogana è forse la figura centrale dell'Operazione “Over 40” e deve rispondere di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; il suo arresto era scattato dopo un'irruzione della Polizia Civile nel suo appartamento, dove erano stati trovati 88 grammi di marijuana, 5 di cocaina, 6.000 euro in contanti – presunto provento di spaccio -, oltre a orologi di valore ed altri oggetti. Sarà sentito domani, invece - sempre dal Commissario della Legge Antonella Volpinari -, l'altro arrestato, Andrea Renzini, finito nei guai dopo che la sua compagna aveva chiamato il 112, chiedendo aiuto per una lite . Situazione che aveva poi portato al rinvenimento di marijuana nell'abitazione dell'imprenditore. “Non vi è mai stato – precisa il legale di Renzini, l'avvocato Tania Ercolani – alcun pericolo per la sicurezza dei figli minori nella permanenza con il padre, che li aveva peraltro accuditi per tutta la serata in assenza della madre”. Il Comandante della Polizia Civile, ieri, nell'esprimere soddisfazione per la buona riuscita dell'operazione, aveva comunque espresso tristezza e preoccupazione per il quadro uscito dalla vicenda. L'utilizzo di stupefacenti, aveva sottolineato Albina Vicini, è spesso associato alle giovani generazioni. In questo caso, invece, emerge una realtà che si pensava non fosse così diffusa in Repubblica: quella di consumatori adulti, spesso con una famiglia. Uno spaccato sociale sul quale è necessario riflettere. Si è fatto anche il nome di San Marino, infine, in una operazione anticamorra della Dda di Napoli, che ha portato a 45 arresti. Nel mirino il Clan Moccia, che avrebbe trasferito capitali – provenienti da false fatturazioni - anche in Repubblica. Per fare ciò i malavitosi si sarebbero serviti – in alcuni casi - di uno “spallone” particolare: il parroco di una località in provincia di Latina. Il sacerdote – che al momento non risulta comunque indagato – avrebbe occultato mazzette sotto l'abito talare, trasportandole – per conto dell'organizzazione - da San Benedetto del Tronto al Titano. Questo, almeno, è ciò che si sarebbe intuito da alcune intercettazioni. Altro elemento, eventualmente da accertare, è se il religioso fosse – o meno - consapevole di ciò che stava facendo.
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