Renato Vallanzasca stavolta ha risposto. A differenza di quello che fece con il Pm di Trento Bruno Giardina e poi con la mamma di Marco Pantani, quando si incontrarono nel 2008, l'uomo che fu capo della banda della Comasina e poi pluriergastolano, ha risposto ai carabinieri che lo hanno sentito su delega del procuratore della Repubblica di Forlì-Cesena, Sergio Sottani, che con la sostituta Lucia Spirito ha riaperto il caso che fu archiviato sul presunto complotto che sarebbe stato ordito ai danni del Pirata. Con lo scopo di alterarne le analisi del sangue del 5 giugno '99 a Madonna di Campiglio per poi escluderlo dal Giro d'Italia che stava dominando. L'inchiesta sembra aver fatto un passo in avanti. Sono infatti ambienti vicini alla Procura a confermare che Renato Vallanzasca è stato sentito, quattro ore ieri e due oggi, nel carcere dove si trova ristretto. E che ha parlato di quanto accaduto nel giugno del 1999. Vallanzasca avrebbe riferito agli inquirenti di essere stato avvicinato in carcere da un esponente della Camorra che, visto il ruolo di prestigio di Vallanzasca all'interno della mala italiana, era desideroso di fargli un 'regalo', e cioè di non scommettere, come stavano facendo tutti, sulla vittoria di Pantani al Giro d'Italia, perché il Pirata quel giro non lo avrebbe finito. Regalo che Vallanzasca, a quanto pare, non tramutò in una 'giocata' contro il campione di Cesenatico. Le sue dichiarazioni, oggi, consentono agli inquirenti di restringere il campo: partendo dal carcere dove all'epoca era detenuto, Novara, e dal braccio dove si trovava la sua cella, a Vallanzasca è stata mostrata una lista di dieci nomi. L'interrogato avrebbe confermato, una volta letto l'elenco, che tra i dieci c'è il nome del camorrista che gli fece il 'regalo', senza fornire ulteriori indicazioni. Il prossimo step investigativo consiste nel sentire i dieci per cercare riscontri ad un racconto che appare in linea con l'autobiografia di Vallanzasca. Lo stesso, quando fu convocato dal Pm di Trento sul punto, scelse di tacere. Il Pm che all'epoca indagava - con Pantani ancora presunta parte lesa prima di finire imputato - per una macchinazione per alterare il suo ematocrito fino al valore abnorme di 51,9, lo aveva chiamato per avere chiarimenti sull'autobiografia. Vallanzasca, infatti, aveva sostenuto di essere stato avvicinato in carcere da uno sconosciuto sedicente membro di un clan di camorra. Il quale lo avrebbe invitato a puntare milioni sul Giro d'Italia ma non su Pantani. ''Non mi permetterei mai di darti una storta. Non so come, ma il pelatino non finisce la gara''. Suggerimento insistito, anche mentre il Pirata dominava il giro. Il 5 giugno 1999, l'affondo: ''Visto? Il pelatino è stato fatto fuori. Squalificato''. Se fosse dimostrato un Giroscommesse manipolato dalla Camorra, gli atti passerebbero alla Direzione distrettuale antimafia, l'ufficio della Procura di Bologna che indaga sui delitti di stampo mafioso nel territorio dell'Emilia-Romagna, per un'inchiesta parallela a quelle di Forlì e di Rimini, dove è stato riaperto il caso per il presunto omicidio di Pantani.
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