Cento grammi alla settimana di cocaina: fumata, inalata, anche mangiata. Ripetuti episodi di intossicazione acuta, di psicosi allucinatoria, di porte chiuse e barricate (senza mai figure sospette). E il rifiuto, da parte dei genitori straziati, del ricovero coatto. E' la testimonianza inedita di Giovanni Greco, medico di Marco Pantani, raccolta dagli investigatori dopo la sua morte come persona informata dei fatti. Domani il verbale integrale dell'epoca sarà pubblicato sul Corriere Romagna, che in questi giorni ha confutato le nuove ipotesi sulla morte attraverso la raccolta e la pubblicazione di dati, testimonianze inedite e resoconti curati da Andrea Rossini, autore nel 2004 dell'instant book 'Ultimo chilometro'. Il Pirata - dichiarò il professionista, in servizio al Sert di Ravenna - "aveva un atteggiamento compulsivo nei confronti della cocaina: si isolava per giorni con quantitativi impressionanti, fino a 100 grammi di cocaina in una settimana, fumandola, inalandola e forse anche attraverso originali composizioni (in soluzione oleosa da instillare nelle narici o forse anche la ingeriva)". Il medico riferì alla Mobile di Rimini che il 14 gennaio 2004 (Pantani morì un mese dopo) era stato chiamato più volte dalla madre: "I genitori mi riferiscono di trovarsi a Predappio e che Marco sta delirando, la Ronchi (la manager, ndr) mi comunica che il marito li sta raggiungendo. Comunico ai genitori che sono intenzionato a chiamare il servizio di diagnosi e cura di Forlì per avvertirli della situazione ritenendo opportuno un Tso. I genitori si oppongono". Oggi il quotidiano ha pubblicato i verbali integrali del padre di Marco, Ferdinando, da tutti chiamato Paolo. Anche lui, sentito dalla polizia tre giorni dopo la morte del figlio, aveva ammesso la forte dipendenza del Pirata dalla droga: "Quando decideva di fare uso di cocaina non aveva limiti. La polvere veniva consumata smoderatamente, in grosse quantità. E quando lo faceva si chiudeva da qualche parte". Paolo aveva anche dichiarato: "Ho discusso con lui ma era ostinato, pensava che la soluzione dei suoi problemi fosse la cocaina".
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