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Parabola CIS: nuovo step del processo con al centro la vendita di un villaggio turistico. Sentito Sido Bonfatti

Questa mattina l'attesa testimonianza dell'ex commissario straordinario. Imputati a vario titolo per amministratore infedele, riciclaggio ed evasione fiscale, l'ex AD del CIS Daniele Guidi, Stefania Lazzari e Andrea Tommasi

29 gen 2025

Finanziamenti che andavano a chiudere “buchi” pregressi, aprendone altri. E' uno dei concetti chiave espressi da Sido Bonfatti - già commissario straordinario di Banca CIS -, nel ripercorrere la vicenda legata alla cessione di un resort in Tunisia. Ormai note le contestazioni. L'ex AD dell'istituto di credito Daniele Guidi avrebbe affidato alla Sunsky, dell'imprenditore milanese Andrea Tommasi, una consulenza da 500.000 euro per la ricerca di un compratore. Denaro distratto a danno della banca, stando all'accusa. Ad una srl – la Promovacanze – sarebbero poi stati concessi affidamenti milionari per l'acquisto.

Non finì bene. Da qui le imputazioni di riciclaggio ed amministrazione infedele. Uno dei tanti rivoli giudiziari della parabola CIS; lo stesso Giudice Saldarelli ha osservato come Bonfatti sia ormai un habitué, nel ruolo di testimone. Individuato in un fatto ormai remoto – il dissesto del gruppo Di Mario – l'origine del successivo loop di finanziamenti: funzionali, ad avviso del teste, a “ritardare” l'emersione di criticità. Quanto all'operazione con Promovacanze – ha osservato – un'eventuale convenienza sarebbe stata ipotizzabile solo in presenza di un'ipoteca sul villaggio turistico. Ha definito comunque “comprensibile”, il tentativo. Passaggio potenzialmente cruciale, quando ha ricordato di non aver ricevuto, da Sunsky, alcuna prova di attività effettivamente svolte. Ma fu depositata una “corposa documentazione”, ha obiettato la Difesa Tommasi; al che il teste ha ricordato come nel 2021 cessò il proprio mandato. Fra gli imputati – per la cronaca – anche Stefania Lazzari, all'epoca moglie di Guidi; accusata fra l'altro di aver emesso fatture per operazioni inesistenti.

Oggi il “secondo round” della testimonianza di una dipendente del suo studio commerciale. Ha parlato di un'attività intensa, a seguito di un incarico di consulenza affidato da Tommasi per conto di Promovacanze; obiettivo valutare la fattibilità della costituzione di una holding sammarinese di quest'ultima. Si sarebbe infine pattuito un compenso di 70.000 euro; solo 50.000, però – è stato detto -, quelli effettivamente versati da Tommasi; e dopo vari solleciti. La teste – su precisa domanda del PF - ha dichiarato tuttavia di non sapere se vi fosse un contratto scritto. Prossimo step il 27 febbraio; quando saranno sentiti i funzionari di BCSM che parteciparono materialmente alle attività ispettive.

A metà maggio, verosimilmente, le conclusioni. In mattinata anche la lettura di due sentenze d'appello. La prima relativa al caso di un 45enne di origine albanese; condannato in I grado a 2 anni e 10 mesi, con possibilità di chiedere l'affidamento ai servizi sociali. Sarebbe stato infatti trovato nel 2019 con una ventina di dosi cocaina, ad avviso degli inquirenti pronte per lo spaccio. Dichiarato inammissibile l'appello; la relativa istanza sarebbe stata infatti presentata oltre i termini di legge. Parziale riforma della sentenza di I grado, invece, per l'uomo di origine ucraine che era stato condannato ad 8 mesi – pena sospesa – per la riferita sottrazione di capi d'abbigliamento ed accessori dai magazzini di un'azienda di Serravalle, quando quest'ultima era in fase di procedura concorsuale. Esclusa infatti dal Giudice d'Appello la sussistenza dell'aggravante della destrezza.





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