L'inchiesta “passaportopoli” prima ancora del Processo in aula, potrebbe produrre degli effetti su un diplomatico sammarinese citato nelle carte e tuttora in carica. Dalla Segreteria esteri si preannunciano provvedimenti. La difesa di Podeschi, intanto, invita a non fare dell'ex segretario di stato il “capro espiatorio” del sistema in vigore all'epoca dei fatti, per le nomine diplomatiche.
La Segreteria agli Esteri rende noto che sono state avviate le verifiche del caso dopo che il nome dell'ambasciatore a disposizione Yosef Gershon, tuttora in carica, è finito nell'indagine “passaportopoli”. Gershon – che risiede in Israele - non è indagato e non gli viene addebitato nessun reato ma dalle carte è emerso che è stato nominato ambasciatore il 21 maggio 2012, dopo due anni di vicinanza a Claudio Podeschi, nella qualità di socio occulto della AOL IPSP San Marino S.r.l. Il Segretario di Stato Nicola Renzi afferma di non aver avuto conoscenza personale né interazione con l'ambasciatore Yosef Gershon, tuttora in carica, né di aver fino ad oggi ricevuto diretta informativa da lui o altri. In ogni caso Renzi precisa che, rispetto al passato, la musica è cambiata e col nuovo governo è stato adottato un regolamento piu' restrittivo per lo screening preventivo da applicare nella designazione di rappresentanti diplomatici e consolati onorari. L'avvocato difensore di Podeschi Stefano Pagliai, intanto, fa notare che si parla di “passaportopoli” ma l'unico ex diplomatico imputato nel processo è Paul Phua. Pagliai spiega inoltre che all'epoca era in uso che gli incarichi diplomatici fossero proposti dai singoli congressisti con la successiva istruttoria demandata alla Segreteria agli Affari Esteri e la nomina finale conferita collegialmente dal Congresso di Stato. L'avvocato ha ritenuto di fare la precisazione dinnanzi alle amplificazioni di “alcuni leoni da tastiera che spadroneggiano sui social network”.
l.s.
La Segreteria agli Esteri rende noto che sono state avviate le verifiche del caso dopo che il nome dell'ambasciatore a disposizione Yosef Gershon, tuttora in carica, è finito nell'indagine “passaportopoli”. Gershon – che risiede in Israele - non è indagato e non gli viene addebitato nessun reato ma dalle carte è emerso che è stato nominato ambasciatore il 21 maggio 2012, dopo due anni di vicinanza a Claudio Podeschi, nella qualità di socio occulto della AOL IPSP San Marino S.r.l. Il Segretario di Stato Nicola Renzi afferma di non aver avuto conoscenza personale né interazione con l'ambasciatore Yosef Gershon, tuttora in carica, né di aver fino ad oggi ricevuto diretta informativa da lui o altri. In ogni caso Renzi precisa che, rispetto al passato, la musica è cambiata e col nuovo governo è stato adottato un regolamento piu' restrittivo per lo screening preventivo da applicare nella designazione di rappresentanti diplomatici e consolati onorari. L'avvocato difensore di Podeschi Stefano Pagliai, intanto, fa notare che si parla di “passaportopoli” ma l'unico ex diplomatico imputato nel processo è Paul Phua. Pagliai spiega inoltre che all'epoca era in uso che gli incarichi diplomatici fossero proposti dai singoli congressisti con la successiva istruttoria demandata alla Segreteria agli Affari Esteri e la nomina finale conferita collegialmente dal Congresso di Stato. L'avvocato ha ritenuto di fare la precisazione dinnanzi alle amplificazioni di “alcuni leoni da tastiera che spadroneggiano sui social network”.
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