Anche questa volta, tecnicamente, non si è trattato di una prima udienza. Nessuno degli imputati era in Aula, e il Giudice Battaglino ha semplicemente aggiornato il calendario, prevedendo il prossimo appuntamento per il 19 aprile del 2019. All'origine di tutto le condizioni di salute di Biljana Baruca che – per almeno altri 6 mesi, come confermato dalla perizia d'ufficio del professor Zammarchi – le impediscono di partecipare al processo. Imputati nel cosiddetto “Podeschi bis” - oltre all'ex Segretario di Stato e alla sua compagna -, l'ex Ambasciatore in Montenegro Paul Phua e la RP srl. Alla base del castello accusatorio, infatti, vi sarebbe la presunta corruzione – a suon di tangenti - per l'ottenimento di incarichi diplomatici e la realizzazione dell'hotel a 7 stelle della Aman Resort. Tra i capi di imputazione anche il riciclaggio e l'emissione di fatture false. Fortissima, in quest'ultimo caso, la possibilità di prescrizione. La Procura del Fisco, dal canto suo, ha sollevato questione di legittimità costituzionale circa una presunta incongruenza dell'articolo 56 del codice penale, nella parte in cui non prevede che i termini di prescrizione siano sospesi per tutta la durata del legittimo impedimento di un imputato dovuto a problemi di salute. Roberto Cesarini, in questo senso, ha citato l'articolo 15 della Carta Costituzionale, la Legge sul Giusto Processo e l'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali: testi – ha sottolineato – nei quali si parla di “speditezza ed economicità del procedimento”. L'obiettivo, nel “Podeschi bis”, appare chiaro: evitare – per quanto possibile – il rischio che i principali capi di imputazione cadano in prescrizione. Qualora l'istanza non fosse dichiarata manifestamente infondata, dal Commissario della Legge, il decorso sarebbe comunque interrotto – infatti - fino al giudizio del Collegio dei Garanti. Disposto, infine, dal Giudice, che il perito d'ufficio riceva automaticamente la documentazione medica della Baruca, per valutare – senza ritardi - il permanere del legittimo impedimento.
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