Insieme ai migranti che passano per i Balcani camminano – per così dire – altre persone che agiscono in una sorta di mondo parallelo. Un universo nascosto fatto di sfruttamento delle difficoltà altrui e di denaro contante. E' il business legato alla gestione - illegale - del traffico dei migranti, proprio quella che svolgeva un'organizzazione transnazionale sgominata dalla polizia italiana insieme a quella tedesca. Due pachistani sono stati arrestati – uno nelle Marche e l'altro in Germania - e ora sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Avevano messo in piedi un sistema che consentiva ai connazionali di arrivare in terra tedesca o francese passando per la cosiddetta “rotta balcanica” e poi chiedere asilo. “Venezia” il nome dato all'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e la Procura di Hof-Baviera. Dal Pakistan i profughi oltrepassavano il confine turco e risalivano per i Paesi dell'ex Jugoslavia. Poi potevano proseguire verso la Germania, transitando per l'Austria, oppure andare in Francia, passando per il Friuli, forse con la complicità di guardie di frontiera corrotte. Ma questa rimane un'ipotesi di indagine.
Costo del viaggio: dai 3mila agli 8mila e 500 euro, probabilmente pattuiti prima di partire. Sono state circa 80 le persone che hanno usufruito del particolare servizio. Il pachistano fermato in Italia, a Macerata, è considerato il capo dell'organizzazione. Si tratta di un operaio 30enne. Ora si trova in carcere ad Ancona. Insieme ai due arrestati, altri quattro pachistani sono stati perquisiti e denunciati a piede libero, due in Germania, due a Senigallia.
Mauro Torresi
Avevano messo in piedi un sistema che consentiva ai connazionali di arrivare in terra tedesca o francese passando per la cosiddetta “rotta balcanica” e poi chiedere asilo. “Venezia” il nome dato all'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e la Procura di Hof-Baviera. Dal Pakistan i profughi oltrepassavano il confine turco e risalivano per i Paesi dell'ex Jugoslavia. Poi potevano proseguire verso la Germania, transitando per l'Austria, oppure andare in Francia, passando per il Friuli, forse con la complicità di guardie di frontiera corrotte. Ma questa rimane un'ipotesi di indagine.
Costo del viaggio: dai 3mila agli 8mila e 500 euro, probabilmente pattuiti prima di partire. Sono state circa 80 le persone che hanno usufruito del particolare servizio. Il pachistano fermato in Italia, a Macerata, è considerato il capo dell'organizzazione. Si tratta di un operaio 30enne. Ora si trova in carcere ad Ancona. Insieme ai due arrestati, altri quattro pachistani sono stati perquisiti e denunciati a piede libero, due in Germania, due a Senigallia.
Mauro Torresi
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