Il Giudice Emiliani depositerà, la propria decisione, entro i 10 giorni previsti dalla legge. La vicenda è quella originata dalla denuncia, di Simone Celli, nei confronti dell'ex Presidente di Asset. Il Segretario di Stato aveva riferito di aver subito pesanti minacce, da Stefano Ercolani. Da qui un sequestro probatorio – disposto dal Magistrato inquirente -, che aveva portato all'acquisizione di documenti e dispositivi elettronici di Ercolani. I legali di quest'ultimo, tuttavia, avevano impugnato il provvedimento, e il Giudice delle Appellazioni aveva parzialmente accolto il reclamo, disponendo – tra le altre cose – la de-segretazione dell'atto introduttivo del procedimento, e del verbale relativo al giuramento di calunnia; la restituzione dei beni sequestrati ad Ercolani, non pertinenti all'indagine; e l'acquisizione dei dati, dai dispositivi elettronici, alla presenza di un consulente tecnico nominato dalla Difesa. L'ordinanza era stata però a sua volta impugnata dal Procuratore del Fisco, che oggi ha ribadito le proprie forti perplessità, sull'operato del Giudice d'Appello, a cominciare dalla stessa classificazione delle parti processuali, considerata erronea. Contestata poi – in punto di diritto -, la revoca della segretazione e la suggerita riqualificazione del reato per cui si indaga: da attentato contro i poteri pubblici, a minaccia semplice. Il collegio difensivo dell'ex Presidente di Asset, dal canto suo, ha chiesto vengano dichiarate “l'inammissibilità del ricorso presentato dal Procuratore del Fisco; l'improcedibilità dell'azione penale – per mancanza di una valida querela -, o, in subordine, perché il fatto – come riqualificato – non è previsto dalla legge come reato”. A seguire l'udienza, oggi, anche alcuni correntisti di Asset. La decisione del Giudice Emiliani potrebbe avere effetti non secondari sullo svolgimento delle indagini.
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