Verifica attenta degli accessi, attraverso un unico varco. Obbligo di indossare la mascherina all'interno dell'Aula, e rispetto assoluto del distanziamento. L'attività giudiziaria è ripresa con tutte le precauzioni del caso. Fra i procedimenti più attesi, oggi, quello che vede nella duplice veste di imputato ed avvocato difensore, Michele Santonastaso; accusato, insieme ad altri, di aver riciclato in Repubblica quasi 1 milione e 800.000 euro. Denaro che, secondo gli inquirenti, sarebbe il provento di attività del clan dei Casalesi. Ricostruzione contestata in modo fermo, tuttavia, dallo stesso Santonastaso; che nell'interrogatorio del febbraio scorso, precisò come le somme versate nelle banche del Titano derivassero dalla propria intensa attività di legale. Nell'udienza odierna è stata sentita una consulente titoli della banca sammarinese dove si era rivolto Santonastaso. Testimonianza, tuttavia, caratterizzata da tanti “non ricordo”, essendo trascorsi ormai diversi anni dai fatti. Più importante, probabilmente, per l'esito del processo, la decisione di febbraio – di cui era stata data notizia sui media – con la quale la Cassazione ha annullato la condanna, precedentemente inflitta dalla Corte d'Appello di Napoli, all'avvocato campano: accusato di associazione di stampo camorristico.
Vicenda giudiziaria che ebbe una forte eco mediatica anche per la vicenda del cosiddetto “proclama”, interpretato come minatorio, contro Roberto Saviano. Tutto da rifare, ora. Ad oggi si attenderebbe ancora il deposito delle motivazioni, dell'annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione. Il testo di questa sentenza è atteso ora a San Marino, in vista delle conclusioni, previste per il 28 ottobre. Dovrà essere prodotto dalla Difesa almeno 15 giorni prima dell'udienza; in caso contrario sarà disposto un rinvio. Concluso, invece, il processo contro un 24enne di Serravalle, trovato in possesso di 96 grammi di hashish e 42 di marijuana: stupefacente – a quanto pare – destinato per lo più alla vendita, e in parte residuale per l'uso personale. Al ragazzo – che ha alle spalle alcuni precedenti specifici – era stato revocato l'esperimento probatorio, non avendone rispettato le prescrizioni. Il Giudice Battaglino – accogliendo la richiesta del PF - ha deciso per una condanna a 2 anni e 1 mese di prigionia; con la possibilità, per il giovane, di chiedere di essere affidato ai servizi sociali. Rapporti coniugali ormai definitivamente deteriorati, invece, all'origine del processo che vedeva alla sbarra una donna: accusata dall'ex marito di aver violato il proprio domicilio e di avergli inviato messaggi ingiuriosi. Per quest'ultimo fatto è stata condannata ad una sanzione amministrativa di lieve entità; assoluzione, invece, perché “il fatto non sussiste”, per quanto riguarda la prima imputazione.