Udienza tecnica sul processo definito “racket delle badanti”, che ha rivelato i tanti nervi scoperti di un caso che ebbe un forte impatto sociale, per quel sospetto che l'ombra del caporalato, nel 2018, potesse allungarsi sull'Ospedale di Stato.
Due istanze apparentemente tecniche, quelle di Rossano Fabbri, che difende l'imputata principale, una 51enne di origine russe, che hanno però evidenziato ciò che anche gli altri avvocati hanno rilevato in questo processo: l'utilizzo da parte dei cittadini di indagini “fai da te” e pre-costituzione di prove.
Le istanze erano finalizzate a richiedere la modalità assistita per due testimoni, indicate come autrici di condotte per cui si chiede di procedere in due diversi fascicoli; stessa cosa per un altro testimone che invece si prestò a contattare l'imputata principale del processo fingendosi un'altra persona. Fatto che integra il misfatto di sostituzione di persona, ha rilevato l'avvocato Fabbri, che ha chiesto, in questo caso, al Commissario della legge di trasmettere gli atti al giudice inquirente.