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Processo Buriani-Celli, ascoltati Sandro Gozi e Catia Tomasetti, parti civili

Presidente BCSM " la mia vicenda giudiziaria legata alla trattativa Stratos"

1 mar 2023
Processo Buriani-Celli, ascoltati Sandro Gozi e Catia Tomasetti, parti civili

Un'udienza fiume e di peso quella di oggi nel corso della quale sono stati ascoltati l'onorevole Sandro Gozi e Catia Tomasetti, parti civili in questo processo. Articolata e precisa la testimonianza della presidente di Banca Centrale, che chiamata a riferire in merito ai rapporti che l'avevano legata ai due imputati, ha ribadito la stima nei confronti di Celli, “non compresi le ragioni delle sue dimissioni”, richiamando al “cameratismo” con l'allora Segretario alle Finanze e la numero 1 di via del Voltone nei difficili momenti della crisi di banca Cis.

Tensione che esplose - come noto - con l'arrivo della comunicazione giudiziaria alla Presidente BCSM, per amministrazione infedele e rivelazione di segreti d'ufficio, della quale mise subito a conoscenza i Capitani Reggenti e Segretari di Stato. Tutt'altra atmosfera rispetto a quella rievocata da Nicola Renzi nella scorsa udienza, la Tomasetti ha dichiarato che l'accenno ai servizi segreti non è stato compreso, di non avere ricevuto domande in merito e di avere invece comunicato ad “annoiati” Segretari di Stato i termini delle indagini a suo carico e le anomalie, compreso un atto precedente che fece seguito ad un esposto anonimo e che lei percepì come intimidatorio, vista anche “la nota vicinanza – ha detto- tra Buriani e la famiglie dall'amministratore delegato del Cis”.

Nel corso dell'udienza, mettendo in fila date ed episodi, la Presidente di Banca Centrale ha parlato del timore che la sua vicenda giudiziaria fosse collegata all'esito della trattativa di Stratos, la società che voleva acquistare Cis, “che a Celli stava a cuore e sulla quale era sempre puntualmente informato”, ha detto la Tomasetti, secondo la quale i legami tra Buriani e la famiglia Guidi e il coinvolgimento di Celli nella partita Stratos li portava a lavorare dalla stessa parte del tavolo. Al centro dell'udienza proprio i legami tra i due. "Ebbi conferma che si parlavano, ha detto, quando prospettai a Celli l'opportunità di un rinvio dell'interrogatorio di Gozi, che sarebbe dovuto avvenire a fine giugno 2019, cosa che puntualmente avvenne senza motivazioni e sine die".
Ma un dubbio doveva averlo avuto mesi prima, dal momento che chiese a Celli di andare da Buriani per spiegare le motivazioni della consulenza Gozi e quindi discolparla. “Lo chiesi perché aveva informazioni utili, non sapevo ancora del vicinanza” ha detto confermando che fu Celli a chiamare Buriani e non il contrario. Rilevante in merito la famosa trasferta alla Leopolda, circostanza che dovrebbe provare la violazione del segreto istruttorio in capo al Commissario della legge e la falsa testimonianza, dato che Celli avrebbe negato che in quell’occasione avesse prospettato a Gozi una rapida risoluzione.

L’onorevole Gozi ha confermato di averlo visto, che l’incontro non era stato pianificato, di non ricordare le parole esatte di Celli ma di averle interpretate come un messaggio di rassicurazioni.  






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