Ci sono sviluppi significativi nel processo sui fatti in Cassa di Risparmio del maggio 2018 per i quali sono imputati il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta e il consigliere Emanuele Santi, entrambi - come noto - esponenti di Rete. Oggi c'è stata un'altra udienza.
Dopo il Cda di Cassa di Risparmio anche l'allora Presidente della banca Fabio Zanotti ha rimesso la querela ed esce quindi dal processo. Verosimile, a questo punto, che decadano di conseguenza, nei confronti di Ciavatta e Santi, le accuse di diffamazione e minaccia, procedibili solo a querela di parte, mentre restano in piedi, le ipotesi di reato procedibili d'ufficio e cioè, violenza privata per entrambi, ed istigazione a delinquere per il solo Ciavatta. Il processo si riferisce ai fatti del 30 maggio 2018 quando Ciavatta e Santi intervennero, con metodi “spicci” durante il Cda di Cassa di Risparmio che stava discutendo della querela per diffamazione che il consigliere Andrea Rosa avrebbe sporto nei confronti di Elena Tonnini.
Procedimento che si è concluso lo scorso 2 luglio con una sentenza di assoluzione e che la difesa Ciavatta ha depositato agli atti, ritenendola connessa. Confluito nel procedimento, su decisione del Commissario della Legge Battaglino, anche l'altro processo a Ciavatta, accusato di ingiuria dall'ex consigliere di Ssd, Stefano Spadoni, per un post pubblicato su facebook da Ciavatta lo stesso giorno dei fatti avvenuti in Cassa di Risparmio. Post – che ha fatto notare oggi l'avvocato di Spadoni – non è mai stato cancellato.
Fissata per il 18 novembre la prossima udienza. In aula verranno sentiti i testimoni.