L'indagine era stata istruita da un vice brigadiere della gendarmeria, residente in zona e figlio di una persona che poi si è costituita parte civile. Per l'avvocato Pier Luigi Bacciocchi, che difende l'imputata amministratore di Fasea Elisabeth Huber, mancano i necessari requisiti di terzietà ed imparzialità per condurre un'indagine, e dunque ha chiesto la nullità dell'intera istruttoria. L'altra eccezione presentata è sull'ammissibilità delle parti civili. Il commissario della legge Battaglino si è riservato del tempo per decidere, se accoglierà l'eccezione di Bacciocchi l'intera istruttoria dovrà ricominciare daccapo. Sono 28 le persone costituite parti civili nei confronti dell'azienda di Fiorentino, accusata di attentato alla salute pubblica e che produceva adesivi sintetici e materiali plastici, causando emissioni pericolose e cancerogene nell'aria. L'avvocato che difende le parti civili, Marina Pedini, puntualizza: “E' vero che tutto è iniziato dal gendarme, ma poi l'istruttoria ha seguito una sua via, con propri riscontri, il giudice ha disposto perizie d'ufficio e sulla base di questi riscontri è stato deciso il rinvio a giudizio, dunque l'eccezione ci è parsa cavillosa”. L'avvocato ha comunque sottolineato che nessuna delle parti civili ha mai accusato problemi di salute, “anche se – aggiunge – percepivano spesso di respirare aria insalubre, a causa delle colle e dei solventi”. Sempre secondo l'accusa, era stata inquinata anche una fonte collegata all'acquedotto sammarinese, fonte però chiusa nel 2003, ha sottolineato la difesa, mentre la Huber divenne amministratore a fine 2006.
Francesca Biliotti
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