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Processo Gatti - Galassi. "Il libretto al portatore non era un metodo di pagamento"

Per molti imprenditori già ascoltati era invece una prassi all'epoca dei fatti

27 mag 2022

Prosegue il processo per riciclaggio a carico degli ex Segretari di Stato Gabriele Gatti e Clelio Galassi. I due ex Segretari i Stato sono accusati di riciclaggio di denaro proveniente, secondo l'accusa, da tre episodi corruttivi: concessione della licenza di Euro Commercial Bank, acquisizione dell'immobile Wonderfood ed operazione Centro Uffici Tavolucci. Al centro dell'udienza, piuttosto breve visto che due dei quattro testimoni previsti hanno comunicato il loro impedimento, l'utilizzo all'epoca dei fatti dei libretti al portatore come mezzo di pagamento.

Roberto Ragini, socio dello studio Antao che seguì i lavori di Wonderfood e Centro Uffici, ha sostenuto che -come gli assegni- anche il libretto al portatore era usato come mezzo di pagamento. Una dichiarazione in linea con quelle fatte da altri imprenditori, in precedenza. Ma diversa da quella fornita in questa stessa udienza dal direttore AIF Nicola Muccioli secondo il quale invece anche allora il libretto era un titolo “nel quale poteva essere versato o prelevato contante dal titolare”.

Non c'era una norma che ne vietasse l'utilizzo, ma un regolamento che imponeva che il trasferimento del libretto venisse registrato dalla banca, per attestarne la tracciabilità. “Nella mancanza di certificazione di eventuali passaggi intermedi poteva realizzarsi il riciclaggio ed è per questo che gli organismi internazionali, così come sulle società anonime, ne vietarono successivamente l'utilizzo”. Prossima udienza il 13 giugno.





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