Le richieste di condanna per 20 dei 21 imputati e per le 6 persone giuridiche non hanno fatto sconti. Al di là dei più di 120 anni complessivi spuntano particolari finora mai emersi, “a riprova- secondo la pubblica accusa- dell'origine illecita di gran parte del denaro” le cui cifre da capogiro sono finite nelle carte del maxi processo. Per esempio l'agendina in cui Fiorenzo Stolfi annotava una serie di appunti, con tanto di promemoria per i circa 3 miliardi e mezzo depositati in una società, con relativa combinazione della cassetta. Sicuramente un memoriale datato, visto che la cifra è in lire e che quindi si ipotizza non sia stata recuperata e sequestrata, così come è invece è stato fatto per l'ormai famosa valigetta con 934 mila euro in contanti, trovata nell'abitazione dell'ex Segretario di Stato. Denari di origine illecita, secondo la Procura fiscale, per le modalità di custodia, l'ingente ammontare e le ricostruzioni compiute. Gran parte della requisitoria è stata dedicata alla ricostruzione dell'associazione a delinquere, provata dall'accusa con le registrazioni di Giuseppe Roberti, relative all'incontro con Gatti e Podeschi, i documenti sequestrati, messaggi relativamente recenti che compaiono nel decreto di archiviazione relativo a David Oddone e che riferiscono una corrispondenza amichevole, nonostante i partiti contrapposti, tra Fiorenzo Stolfi e Govanni Lonfernini, in cui tra le altre cose si ha evidenza dell'utilizzo strumentale delle interpellanze. Tornando alle richiesta di condanne, solo di multe sono state chiesti 211 mila euro, davvero esorbitante il totale delle richieste di confisca: milioni e milioni di euro, pari alle cifre che l'accusa ritiene riciclate. Difficile pensare che si possa recuperare l'intera somma.
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