È ripreso ieri a Pistoia il processo per la morte di Michael Antonelli. Il consulente medico della pubblica accusa, l'anatomo patologo Edoardo Franchi, ha escluso il coronavirus come causa della morte del giovane sammarinese.
"Michael Antonelli morì per le conseguenze dell'incidente" ha dichiarato il medico legale in aula secondo quando riporta l'emittente TVL. "L'infezione da Covid - ha spiegato il consulente - non è stata che l'epifenomeno di una situazione già gravissima, rispetto al quale il corpo sano di un 20enne avrebbe saputo rispondere, ma non quello già compromesso anche nelle funzioni respiratorie, di Michael".
Il giovane ciclista sammarinese, tesserato per la Mastromarco Sensi Nibali, è precipitato in un dirupo a Limestre durante la gara Firenze-Viareggio il 15 agosto del 2018. Una caduta terribile che gli procurò, oltre alle contusioni, un grave trauma cranico e lacerazioni polmonari, dalle quali Antonelli non si riprese più, fino al decesso avvenuto il 3 dicembre 2020.
Nell'udienza sono stati ascoltati anche Ambrogio Chiriacò, Michael Cerri e Luca Quattrini, i ciclisti coinvolti nella caduta insieme a Michael, che hanno ripercorso i tragici momenti dell'incidente, oltre alla funzionaria della Provincia di Pistoia Beatrice Topazzi, dell'ufficio strade, che rilasciò l'autorizzazione alla competizione.
Sotto processo, per omicidio colposo, sono il direttore di gara Rodolfo Gambacciani e il presidente della società organizzatrice Gian Paolo Ristori. Il processo dovrà stabilire, oltre alle cause della morte di Michael, se i presidi di sicurezza e la segnaletica erano sufficientemente adeguati per una gara ciclistica di quel genere.
La prossima udienza è fissata per il 5 marzo. Verranno ascoltati - riporta il Resto del Carlino - i testi di parte civile Raffaele Barbini, vicedirettore del Giro d'Italia e consulente della parte civile, oltre al medico legale Fortuni, i genitori e il fratello di Michael.