Era una sentenza molto attesa quella per Giacomo Simoncini, anche per le inevitabili implicazioni politiche, considerando il ruolo pubblico dell'imputato che è un consigliere ed era Capitano Reggente all'epoca dei fatti. Il processo si è svolto interamente a porte chiuse e il verdetto è arrivato ieri sera, alle 18:40 circa, dopo 45 minuti di camera di consiglio. La procura del fisco aveva chiesto due anni di prigionia, le tre parti civili – e cioè la parte lesa, l'Eccellentissima Camera e l'Authority pari opportunità – avevano chiesto la condanna e il risarcimento danni, la difesa di Simoncini aveva invece chiesto l'assoluzione. Il giudice Saldarelli ha deciso una multa di 2.000 euro per “atti indecenti” e l'assoluzione per violenza privata. Il risarcimento, da quantificare in sede civile, accordato solo per la parte lesa. Concessi benefici di legge e la non menzione.
Con un comunicato del suo legale Antonella Mularoni, la vittima esprime soddisfazione per l'esito del processo e “il suo sentito ringraziamento a tutti coloro, persone fisiche, istituzioni ed associazioni, che l'hanno sostenuta. La condanna – recita la nota – significa che è stato giudizialmente accertato che il fatto è stato commesso”. “Auspichiamo che questa condanna – conclude il comunicato - possa incoraggiare le donne a denunciare atti di molestie o violenze nei loro confronti, nella consapevolezza che le istituzioni sono al loro fianco e le supportano nel difficile e doloroso percorso di ricostruzione dei fatti e di accertamento della verità in sede giudiziale”.
Nella nota divulgata dall'avvocato Stefano Pagliai, che insieme all'avvocato Rossano Fabbri ha difeso Simoncini, preannunciato il ricorso in appello, pur esprimendo parziale soddisfazione per l'assoluzione dal reato, ritenuto più grave, di violenza privata. Espressa fiducia nei percorsi previsti dall'ordinamento che – si legge - “ne siamo certi, potranno portare ad accertare fino in fondo quanto effettivamente accaduto”. I legali riferiscono inoltre che Simoncini rifletterà nelle prossime ore sulla compatibilità del ruolo pubblico rivestito con l'esigenza di dover continuare a difendersi.