Dopo mesi di oblio, l’ indagine sul “conto Mazzini”e’ tornata alla ribalta facendo emergere una triste realtà. Da quello che abbiamo avuto modo di leggere in questi giorni, si e’ avuta la conferma che certi personaggi, sia del mondo politico che imprenditoriale, usavano questo conto come bancomat personale con prelevamenti da 50.000,00 fino al 1.000.000,00 di euro. Conto Mazzini che ancora non si sa da chi venisse rimpinguato e a fronte di chissà quale operazione o peggio, quale favore. Aldilà delle responsabilità di carattere penale che emergeranno o meno a conclusione delle indagini, e’ palese la responsabilità politica di chi si e’ arricchito, in cambio di chissà che cosa. In un momento come questo, mentre un paese intero e’ fermo e sta lottando contro una crisi economica senza precedenti, mentre la stessa politica chiede sacrifici alla popolazione tutta, la notizia che parte di una classe politica si e' arricchita in modo quanto meno discutibile, se non illegale, fa vergognare di essere parte delle stesse Istituzioni. Una crisi etica e di valori che si sta manifestando in maniera conclamata, con queste e altre inchieste, che vedono coinvolti esponenti politici a vari livelli. Il nostro auspicio è che i personaggi politici coinvolti abbiano almeno il buon senso di fare un passo indietro per ridare credibilità alle istituzioni. Nel caso in cui le indagini confermassero in maniera chiara anche responsabilità penali, è evidente che deve essere comminata una giusta pena, a chi ha commesso reati, non fosse altro, per ridare dignità a questo paese. Prendiamo quindi le distanze da quanti, politici e non, abbiamo intenzione di non voler fare chiarezza in merito a questa ignobile vicenda. Saremo pronti a qualsiasi atto democratico, anche forte, pur di ridare credibilità e lustro al nostro paese. Adesso è arrivato veramente il momento di girare pagina, di creare quello spartiacque politico, non fatto di colori, ma piuttosto di persone serie e non compromesse, indispensabili per garantire una democrazia degna di questo nome e soprattutto per garantire legalità partendo proprio dalle istituzioni.
Consigliere della Repubblica di San Marino nel Partito Socialista
Federico Pedini Amati
Membro di Direzione del Partito Socialista
Emanuele Santi
Membro di Direzione del Partito Socialista
Davide Ciavatta
Consigliere della Repubblica di San Marino nel Partito Socialista
Federico Pedini Amati
Membro di Direzione del Partito Socialista
Emanuele Santi
Membro di Direzione del Partito Socialista
Davide Ciavatta
Riproduzione riservata ©