A causa delle pessime condizioni meteo è arrivato in Tribunale con circa un'ora di ritardo, Michele Santonastaso; che non è voluto mancare a questa prima udienza del processo, davanti al Commissario della Legge Felici. Sul Titano è imputato per riciclaggio, insieme ai figli Irene, Giuseppe e Claudio; a Teodoro Iannota – ritenuto un prestanome -, e alla società “Le Printemps srl”. Personaggio noto – Michele Santonastaso – anche per le minacce a Roberto Saviano, nel corso del processo Spartacus, del 2008. Da alcuni è definito “l'avvocato della Camorra”, per aver difeso esponenti di spicco della criminalità organizzata campana. A San Marino – secondo gli inquirenti – avrebbe trasferito quasi 1 milione e 800.000 euro, ritenuti provento delle attività criminali del clan dei Casalesi. Denaro che sarebbe stato poi movimentato – per occultarne la provenienza – con la collaborazione degli altri imputati. La tesi della Difesa, tuttavia, è che quei fondi avessero natura lecita, derivando da una intensa e remunerativa attività di avvocato; e che i versamenti in contanti – sul conto sammarinese – fossero per così dire giustificati dal fatto che una parte consistente di quelle entrate non fosse fatturata. Per questo motivo – nel corso della fase dedicata alle istanze istruttorie – i legali di Michele Santonastaso hanno richiesto l'audizione di una lunga lista di testimoni. Tra questi alcuni superpentiti di camorra; il cui trasferimento, sul Titano, sarebbe forse questione complessa. Il Procuratore del Fisco, in ogni caso, si è opposto, ritenendo sufficiente l'acquisizione dei verbali. I difensori hanno anche chiesto di sentire il funzionario italiano di polizia che indagò, proprio per riciclaggio, Michele Santonastaso. Testimonianza che i legali dell'imputato ritengono importante, perché quel procedimento, presso il Tribunale di Napoli, si è già concluso, con decreto di archiviazione.
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