Si è chiuso il cerchio intorno al branco delle violenze di Rimini dopo 8 giorni di indagini. Due si sono costituiti, due hanno cercato di scappare.
È stato preso nella notte a Rimini il quarto della banda quello che è considerato il 'capobranco': Guerlin Butungu, 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia nel Pesarese. È stato bloccato dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro. Era armato: aveva un coltello e alle 2 di notte era sfuggito, alla cattura, in sella alla sua bici, nel centro di Pesaro. Ma aveva il cellulare: seguendone le tracce, la polizia ha individuato il luogo in cui si trovava. Nella fuga ha perso anche i documenti. A quel punto il ventenne ha tentato di andare all'estero, probabilmente in Francia, salendo su un treno a Pesaro diretto a Milano, ma la sua corsa è finita a Rimini.
Ha il permesso di soggiorno per motivi umanitari che sarebbe scaduto l'11 settembre 2018. Il giovane arriva in Italia nel 2015, inserito nella prima accoglienza nella comunità di Acquaviva di Cagli (PU). Dopo aver ricevuto lo status di rifugiato entra nello Sprar Invictus di Pesaro, abitando nella struttura collettiva Casa Freedom fino all'aprile di quest'anno.
"Mai creato problemi né avuto comportamenti inadeguati, seguendo le regole", ha detto Cristina Ugolini, responsabile del Settore Migranti della Cooperativa Labirinto che gestisce il servizio, ma chi lo conosce aveva notato negli ultimi tempi una cura negli abiti, particolarmente costosi, che aveva provocato qualche domanda alla quale Butungu aveva risposto elusivamente. La svolta c'è stata ieri quando si sono presentati in caserma i due fratelli marocchini del branco, di 15 e 17 anni. Poi è stato fermato dalla squadra mobile di Rimini il terzo componente del gruppo.
"Turpi, brutali e ripetuti atti di violenza". È questo, in sintesi, un passaggio del decreto di fermo firmato dal procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi, per i giovani stranieri. Il procuratore è rimasto fino ad oltre le due di notte a Rimini per procedere agli interrogatori dei due fratelli marocchini e del 16enne nigeriano.
Due dei tre minorenni, non è ancora chiaro quali, negano di aver compiuto atti di natura sessuale ma comunque ammettono di aver tenuto ferma almeno una delle vittime, la donna polacca, e poi di aver partecipato al pestaggio del compagno. I minori sono stati portati al centro di prima accoglienza della struttura penitenziaria minorile di via del Pratello a Bologna. Per il congolese di 20 anni è competente la procura ordinaria di Rimini.
Nel video le interviste a Maurizio Improta, questore Rimini, Massimo Sacco, capo Mobile Rimini
Valentina Antonioli
È stato preso nella notte a Rimini il quarto della banda quello che è considerato il 'capobranco': Guerlin Butungu, 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia nel Pesarese. È stato bloccato dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro. Era armato: aveva un coltello e alle 2 di notte era sfuggito, alla cattura, in sella alla sua bici, nel centro di Pesaro. Ma aveva il cellulare: seguendone le tracce, la polizia ha individuato il luogo in cui si trovava. Nella fuga ha perso anche i documenti. A quel punto il ventenne ha tentato di andare all'estero, probabilmente in Francia, salendo su un treno a Pesaro diretto a Milano, ma la sua corsa è finita a Rimini.
Ha il permesso di soggiorno per motivi umanitari che sarebbe scaduto l'11 settembre 2018. Il giovane arriva in Italia nel 2015, inserito nella prima accoglienza nella comunità di Acquaviva di Cagli (PU). Dopo aver ricevuto lo status di rifugiato entra nello Sprar Invictus di Pesaro, abitando nella struttura collettiva Casa Freedom fino all'aprile di quest'anno.
"Mai creato problemi né avuto comportamenti inadeguati, seguendo le regole", ha detto Cristina Ugolini, responsabile del Settore Migranti della Cooperativa Labirinto che gestisce il servizio, ma chi lo conosce aveva notato negli ultimi tempi una cura negli abiti, particolarmente costosi, che aveva provocato qualche domanda alla quale Butungu aveva risposto elusivamente. La svolta c'è stata ieri quando si sono presentati in caserma i due fratelli marocchini del branco, di 15 e 17 anni. Poi è stato fermato dalla squadra mobile di Rimini il terzo componente del gruppo.
"Turpi, brutali e ripetuti atti di violenza". È questo, in sintesi, un passaggio del decreto di fermo firmato dal procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi, per i giovani stranieri. Il procuratore è rimasto fino ad oltre le due di notte a Rimini per procedere agli interrogatori dei due fratelli marocchini e del 16enne nigeriano.
Due dei tre minorenni, non è ancora chiaro quali, negano di aver compiuto atti di natura sessuale ma comunque ammettono di aver tenuto ferma almeno una delle vittime, la donna polacca, e poi di aver partecipato al pestaggio del compagno. I minori sono stati portati al centro di prima accoglienza della struttura penitenziaria minorile di via del Pratello a Bologna. Per il congolese di 20 anni è competente la procura ordinaria di Rimini.
Nel video le interviste a Maurizio Improta, questore Rimini, Massimo Sacco, capo Mobile Rimini
Valentina Antonioli
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