Resta in carcere il 3° componente della banda responsabile della tentata rapina allo studio di un noto medico riminese: C. W. 33 anni, soprannominato dai complici “u pesante “, “palo” durante il fatto delittuoso del 7 marzo u.s., era stato fermato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Rimini il 21 marzo mentre si nascondeva presso l’abitazione dei suoceri a Montesilvano (PE). A deciderlo è stato il GIP del Tribunale di Rimini: oggi l’ordinanza è stata notificata dagli stessi Carabinieri all’ interessato che resterà pertanto presso la casa di custodia di Pescara.
Come si ricorderà, venerdì 7 marzo 2014 intorno alle 22.00 una pattuglia del Nucleo Radiomobile
aveva udito 3 colpi di arma da fuoco provenire dal complesso residenziale “Leon Battista Alberti”,
e, immediatamente accorsa sul posto, dopo un’indagine lampo, riusciva subito ad identificare e
fermare due componenti della banda: N. M., classe 1972 e G.T. classe 1978.
Più complessa invece l’articolata attività d’indagine posta in essere dai militari per identificare e
dimostrare il coinvolgimento del terzo componente della banda di rapinatori. I Carabinieri, hanno
analizzato il traffico telefonico della zona e successivamente intercettato alcune comunicazioni
telefoniche d’interesse. Il tutto è stato rapportato all’Autorità Giudiziaria che, concordando con le
inconfutabili risultanze investigative degli uomini dell’Arma, ha emesso inizialmente un decreto di
“fermo di indiziato di delitto”. Dopo l’interrogatorio di garanzia del GIP di Pescara, non sussistendo
alcun dubbio sull’identità del 3° rapinatore, il GIP di Rimini emetteva l’ordinanza restrittiva eseguita
nella giornata odierna dai Carabinieri.
Come si ricorderà, venerdì 7 marzo 2014 intorno alle 22.00 una pattuglia del Nucleo Radiomobile
aveva udito 3 colpi di arma da fuoco provenire dal complesso residenziale “Leon Battista Alberti”,
e, immediatamente accorsa sul posto, dopo un’indagine lampo, riusciva subito ad identificare e
fermare due componenti della banda: N. M., classe 1972 e G.T. classe 1978.
Più complessa invece l’articolata attività d’indagine posta in essere dai militari per identificare e
dimostrare il coinvolgimento del terzo componente della banda di rapinatori. I Carabinieri, hanno
analizzato il traffico telefonico della zona e successivamente intercettato alcune comunicazioni
telefoniche d’interesse. Il tutto è stato rapportato all’Autorità Giudiziaria che, concordando con le
inconfutabili risultanze investigative degli uomini dell’Arma, ha emesso inizialmente un decreto di
“fermo di indiziato di delitto”. Dopo l’interrogatorio di garanzia del GIP di Pescara, non sussistendo
alcun dubbio sull’identità del 3° rapinatore, il GIP di Rimini emetteva l’ordinanza restrittiva eseguita
nella giornata odierna dai Carabinieri.
Riproduzione riservata ©