Giulio Lolli, dominus della maxitruffa “Rimini Yacht”, tuttora latitante il Libia, ha patteggiato in udienza preliminare a Bologna una pena di 4 anni e 4 mesi per aver corrotto i finanziari incaricati di effettuare le verifiche fiscali. Chiudevano un occhio in cambio di denaro e Lolli – che ha fatto pervenire una lettera di confessione - ha così potuto continuare a vendere lo stesso yacht a persone diverse. 260.000 euro sarebbero stati pagati all'ex generale della finanza Angelo Cardile, morto suicida, e anche alla squadra di finanzieri 'infedeli' con cui Cardile faceva, per l'accusa, da intermediario. Si tratta dei tenenti colonnelli, Enzo Di Giovanni e Massimiliano Parpiglia; dei marescialli, Luigi Giannetti e Felice Curcio; con loro fu imputato anche il commercialista Giorgio Baruffa. Per questi ultimi è in corso un processo separato rispetto a quello di Lolli che ha scelto il rito abbreviato. Prossima udienza a settembre
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