Per certi aspetti un campo minato, il web; terreno di conquista per un esercito invisibile di parassiti che lucrano sulla buona fede altrui. Giocando spesso sull'ambiguità, sulla verosimiglianza. Pare questo il caso recentemente rilevato dalla nostra Emittente: una pubblicità sponsorizzata, su Facebook, che parla di “corsi on line gratuiti” per ogni età organizzati da un fantomatico “Ministero dell'Istruzione”; e con tanto di stemma di San Marino, per rendere il tutto più credibile.
Pochi dubbi, però, si tratti di una truffa; nulla di tutto ciò è stato infatti attivato – come prevedibile - dalla Segreteria di Stato competente, da noi contattata. Si consiglia dunque di non aprire il link, per non incappare in brutte sorprese. Raccomandazione aurea ogniqualvolta insorga il minimo dubbio; anche dando uno sguardo agli sms sul proprio telefono.
Di queste ore una segnalazione proveniente dall'Unione Sammarinese Lavoratori, che ha pubblicato l'immagine di un “messaggio esca” nel quale si chiede di contattare un numero – per una “comunicazione urgente” - di presunti “uffici USI”, con quest'ultima parola in maiuscolo.
A rendere il tutto ancor più insidioso, all'apparenza, l'assonanza con l'acronimo dell'organizzazione sindacale. Che invita a cestinare immediatamente il messaggio; e soprattutto a non richiamare il numero indicato. In caso contrario il rischio è di vedersi addebitate centinaia di euro. Schemi di “pesca a strascico”, si potrebbe dire.
Se possibile ancor più cinici e vili i tentativi mirati di truffa; specie quelli dove si fa leva sulla solitudine degli anziani, sulla poca dimestichezza di alcuni con le nuove tecnologie. O sulla comprensibile apprensione delle famiglie. Nel mirino, qualche giorno fa, una coppia sammarinese; con l'ormai nota modalità del falso incidente. Al telefono un ignoto – spacciatosi come Capitano della Polizia Giudiziaria - aveva detto che la loro figlia aveva investito due persone sulle strisce, fornendo dettagli sempre più allarmanti. Sarebbe poi arrivata l'immancabile richiesta di un bonifico, o la consegna di contanti ad agenti fasulli che si sarebbero presentati a casa. Superato lo choc iniziale la famiglia ha però fatto la cosa giusta; contattando immediatamente la Guardia di Rocca, che ha avviato le indagini del caso.