Dalla nota firmata dal Comitato Esecutivo dell'Istituto per la Sicurezza Sociale, trova conferma che il caso del Dr. Berti era già noto da tempo ai vertici dell'Istituto e che, con incredibile naturalezza, questi avrebbero deciso di non prendere provvedimenti di alcun genere, se non ipotizzare un
bizzarro trasferimento a Montegiardino del medico oggetto di diverse denunce sin dal mese di novembre.
Non è accettabile il tono piccato, e per certi versi irriguardoso nei confronti di tutta l'opinione pubblica che pretende chiarimenti, con cui il Direttore Generale risponde a chi ha sollevato più che legittime obiezioni circa il fatto che un medico, già più volte segnalato e a quanto pare persino denunciato presso il Tribunale, non sia stato sospeso dal servizio e abbia anzi potuto continuare indisturbato a esercitare presso la struttura pubblica portando avanti la sua disdicevole condotta. Difatti nello scarno comunicato inviato in risposta agli avvocati di Pietro Berti, l'ISS si limita ad affermare semplicemente che la sua condotta è stata "tempestiva e rispettosa delle norme vigenti", minacciando querele a chi osa metterlo in dubbio! La risposta ricorda il "perché no!" che il genitore seccato dà al bambino capriccioso quando non ha voglia di dare tante spiegazioni.
In aggiunta a questo, non può passare inosservato il fatto che i massimi rappresentanti della Sanità Pubblica, che impiega oltre 1.000 dipendenti, abbiano scelto per la loro difesa un avvocato del Foro di Rimini, anziché rivolgersi all'Avvocatura dello Stato o eventualmente ad un professionista dell'Ordine sammarinese.
Devono ancora essere fornite risposte convincenti su una serie di questioni che ci hanno proiettato al centro della scena mediatica ben oltre i nostri confini: perché non sono stati presi provvedimenti quando sono arrivate le prime denunce o segnalazioni; in che modo l'ISS pensava di potere "controllare" la situazione evitando il ripetersi degli episodi mantenendo il medico al suo posto; se la vicenda è stata gestita insieme al Segretario di Stato o se l'ISS si è mosso in totale autonomia...
Anziché fornire chiarimenti su una vicenda gestita malissimo l'Istituto si trincera dietro un silenzio assordante, il Direttore Generale dovrebbe valutare seriamente la possibilità di fare un passo indietro, poiché da un professionista che ricopre alti incarichi così ben remunerati, il Paese si aspetta una tempestiva assunzione di responsabilità, anche prendendo decisioni drastiche ma necessarie per tutelare la qualità della Sanità Pubblica ed il prestigio della Repubblica.
bizzarro trasferimento a Montegiardino del medico oggetto di diverse denunce sin dal mese di novembre.
Non è accettabile il tono piccato, e per certi versi irriguardoso nei confronti di tutta l'opinione pubblica che pretende chiarimenti, con cui il Direttore Generale risponde a chi ha sollevato più che legittime obiezioni circa il fatto che un medico, già più volte segnalato e a quanto pare persino denunciato presso il Tribunale, non sia stato sospeso dal servizio e abbia anzi potuto continuare indisturbato a esercitare presso la struttura pubblica portando avanti la sua disdicevole condotta. Difatti nello scarno comunicato inviato in risposta agli avvocati di Pietro Berti, l'ISS si limita ad affermare semplicemente che la sua condotta è stata "tempestiva e rispettosa delle norme vigenti", minacciando querele a chi osa metterlo in dubbio! La risposta ricorda il "perché no!" che il genitore seccato dà al bambino capriccioso quando non ha voglia di dare tante spiegazioni.
In aggiunta a questo, non può passare inosservato il fatto che i massimi rappresentanti della Sanità Pubblica, che impiega oltre 1.000 dipendenti, abbiano scelto per la loro difesa un avvocato del Foro di Rimini, anziché rivolgersi all'Avvocatura dello Stato o eventualmente ad un professionista dell'Ordine sammarinese.
Devono ancora essere fornite risposte convincenti su una serie di questioni che ci hanno proiettato al centro della scena mediatica ben oltre i nostri confini: perché non sono stati presi provvedimenti quando sono arrivate le prime denunce o segnalazioni; in che modo l'ISS pensava di potere "controllare" la situazione evitando il ripetersi degli episodi mantenendo il medico al suo posto; se la vicenda è stata gestita insieme al Segretario di Stato o se l'ISS si è mosso in totale autonomia...
Anziché fornire chiarimenti su una vicenda gestita malissimo l'Istituto si trincera dietro un silenzio assordante, il Direttore Generale dovrebbe valutare seriamente la possibilità di fare un passo indietro, poiché da un professionista che ricopre alti incarichi così ben remunerati, il Paese si aspetta una tempestiva assunzione di responsabilità, anche prendendo decisioni drastiche ma necessarie per tutelare la qualità della Sanità Pubblica ed il prestigio della Repubblica.
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