Su di lui pendeva già un mandato d'arresto emesso dal Tribunale di San Marino per una condanna a 1 anno e sei mesi di prigionia; ciononostante ieri, nel giorno di Ferragosto, un 32enne bosniaco residente a Corpolò ha pensato bene di raggiungere il Titano e di recarsi alla stazione di servizio Tamoil di Dogana, sulla superstrada in Via Tre Settembre.
Lì avrebbe poi importunato alcuni clienti del distributore e cercato – secondo alcuni testimoni - anche di forzare un autocarro parcheggiato sul retro del piazzale, rendendo di fatto necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Sul posto una pattuglia della Sezione Pronto Intervento della Polizia Civile: gli agenti hanno fermato l'uomo mentre tentava di allontanarsi a bordo di una Renault Clio con targa italiana, priva di assicurazione. Successivi accertamenti hanno quindi permesso di risalire all'identità del 32enne il quale non solo risultava sprovvisto di documenti di riconoscimento ma non aveva mai neppure conseguito la patente di guida. Dall'incrocio delle informazioni con la Questura di Rimini è inoltre emersa una lunga lista di precedenti tra cui furto aggravato, ricettazione, minacce, porto abusivo d'armi, associazione per delinquere e possesso ingiustificato di grimaldelli. E come se non bastasse dopo aver manomesso il “braccialetto elettronico” stava anche violando gli arresti domiciliari in Italia. Ora si trova nel Carcere di San Marino, dove sconterà la condanna di un anno e mezzo emessa dalla Giustizia sammarinese.
Lì avrebbe poi importunato alcuni clienti del distributore e cercato – secondo alcuni testimoni - anche di forzare un autocarro parcheggiato sul retro del piazzale, rendendo di fatto necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Sul posto una pattuglia della Sezione Pronto Intervento della Polizia Civile: gli agenti hanno fermato l'uomo mentre tentava di allontanarsi a bordo di una Renault Clio con targa italiana, priva di assicurazione. Successivi accertamenti hanno quindi permesso di risalire all'identità del 32enne il quale non solo risultava sprovvisto di documenti di riconoscimento ma non aveva mai neppure conseguito la patente di guida. Dall'incrocio delle informazioni con la Questura di Rimini è inoltre emersa una lunga lista di precedenti tra cui furto aggravato, ricettazione, minacce, porto abusivo d'armi, associazione per delinquere e possesso ingiustificato di grimaldelli. E come se non bastasse dopo aver manomesso il “braccialetto elettronico” stava anche violando gli arresti domiciliari in Italia. Ora si trova nel Carcere di San Marino, dove sconterà la condanna di un anno e mezzo emessa dalla Giustizia sammarinese.
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