Sono le 18.45 di ieri, una richiesta di assistenza arriva alla Centrale Operativa della Gendarmeria. Un uomo di Serravalle chiede aiuto. Dice di essere stato aggredito dal figlio della convivente e di avere esploso involontariamente un colpo di pistola, calibro 22, che ha colpito la gamba del giovane. La Centrale, inizialmente, invia una pattuglia della Guardia di Rocca, supportata successivamente da agenti della Gendarmeria. Il ragazzo viene accompagnato al Pronto Soccorso; per la ferita alla gamba la prognosi è di 10 giorni. A seguito di visita specialistica viene anche sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio; il soggetto è violento e conosciuto dalle Forze dell'Ordine. Questo, in sintesi, il comunicato inviato alla stampa dalla Gendarmeria che tuttavia non conferma – nonostante tutto lo faccia pensare – che il giovane in questione sia il 19enne che domenica aveva preso a pugni prima il patrigno e poi un gendarme. Per immobilizzarlo i militari avevano dovuto utilizzare il taser. Dopo la notte trascorsa ai Cappuccini, ieri era stata disposta la scarcerazione del giovane, che doveva comunque restare a disposizione dell'autorità giudiziaria. Si era poi saputo che – appena uscito – il 19enne aveva aggredito un altro militare, questa volta della Guardia di Rocca, mandandolo al pronto soccorso, e che all'ospedale era finito anche il giovane. Quanto riferisce oggi la Gendarmeria – sempre che si tratti della stessa persona – contribuisce a chiarire quanto accaduto in quest'ultima circostanza: e si tratta di fatti gravi, perchè prima di picchiare l'agente delle Forze dell'Ordine il 19enne sarebbe stato ferito da un colpo d'arma da fuoco, esploso dal patrigno. Sulla presunta involontarietà dello sparo dovranno fare luce gli inquirenti.
Giammarco Morosini
Giammarco Morosini
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