Una decina di casi negli ultimi quattro/cinque mesi in Provincia di Rimini: molestie e atti persecutori da parte di uomini nei confronti delle loro ex partner. Il che evidenzia il carattere prettamente relazionale del fenomeno stalking. L'ultimo arresto, in ordine di tempo, è avvenuto venerdì scorso: in manette è finito un riminese di 33 anni, ora ai domiciliari in attesa dell'interrogatorio di garanzia. E' accusato di aver tempestato di sms e telefonate la ex compagna 29enne, di averla aspettata più volte fuori dal posto di lavoro, e in un'occasione di averle messo anche le mani addosso. In questo caso la vittima ha trovato la forza di denunciare, ma per molte donne, bloccate dalla paura di ritorsioni, il calvario imposto dal persecutore può durare anni.
In generale, quest'anno, si contano 285 casi di violenza sulle donne, regolarmente denunciati, nel territorio riminese, in lieve flessione dal 2011, ma c'è il dato preoccupante del sommerso da considerare. A San Marino il fenomeno è tenuto sotto controllo dall'Authority per le Pari Opportunità. Nel 2012, 10 le segnalazioni per minacce, 2 per atti persecutori. Dopo la legge del 2008, sono aumentate in generale le denunce tramite querela effettuate alla Gendarmeria. E questo è un bene, ma non basta. Prevenzione e informazione, oltre che dagli organi preposti, devono esser sempre più supportate dall'impegno attivo delle donne stesse. Che da 2013 potranno avvalersi di uno strumento in più: il centro d'ascolto che sarà attivato presso l'Unità Operativa Salute Donna dell'ISS, attraverso il progetto Agata promosso dalla Cassa di Risparmio.
Silvia Pelliccioni
In generale, quest'anno, si contano 285 casi di violenza sulle donne, regolarmente denunciati, nel territorio riminese, in lieve flessione dal 2011, ma c'è il dato preoccupante del sommerso da considerare. A San Marino il fenomeno è tenuto sotto controllo dall'Authority per le Pari Opportunità. Nel 2012, 10 le segnalazioni per minacce, 2 per atti persecutori. Dopo la legge del 2008, sono aumentate in generale le denunce tramite querela effettuate alla Gendarmeria. E questo è un bene, ma non basta. Prevenzione e informazione, oltre che dagli organi preposti, devono esser sempre più supportate dall'impegno attivo delle donne stesse. Che da 2013 potranno avvalersi di uno strumento in più: il centro d'ascolto che sarà attivato presso l'Unità Operativa Salute Donna dell'ISS, attraverso il progetto Agata promosso dalla Cassa di Risparmio.
Silvia Pelliccioni
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