"Dagli atti esibiti emerge che l'imputato ha reso una deposizione ampia e articolata, riteniamo necessario esaminare la confessione nella versione integrale e non il testo sinteticamente riportato nel verbale". I giudici del collegio del tribunale di Rimini hanno scelto di rinviare la decisione sul rito con il quale celebrare il processo a carico di Guerlin Butungu al prossimo 17 ottobre, ovvero al termine della trascrizione integrale delle parole rese dal congolese in carcere, a Pesaro, il 27 settembre.
Intorno alle 12, dopo due ore, il tribunale collegiale si è ritirato per decidere sulle eccezioni preliminari presentate dalla difesa del ventenne.
Da una parte il pubblico ministero, Stefano Celli, che aveva chiesto per il maggiorenne del branco di stupratori il rito direttissimo alla luce della "confessione resa" fornendo anche la registrazione audio di due ore.
Dall’altra i suoi difensori, Mario Scarpa e Francesco Zacheo, che insistono sull’inammissibilità di un rito per il quale mancano i "presupposti" e annunciano la richiesta di rito abbreviato.
Per Scarpa, procedere per direttissima in un caso così grave potrebbe ledere il diritto di difesa dell'imputato "che ha confessato sì ma parzialmente" ha detto il legale. "Ci sono addebiti che Butungu respinge come quello dello spaccio di stupefacenti", ai complici minorenni.
La direttissima è prevista dal Codice, a patto che esistono alcune condizioni. La prima è che avvenga entro i 30 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, e che l’imputato sia reo confesso o che venga arrestato in flagranza di reato. La pubblica accusa si è detta non contraria a processare in altra sede il congolese per quei reati che non ha confessato.
Dodici i capi di imputazione che comprendo le rapine, di Miramare, di Marina Centro, gli stupri e la tentata violenza del 12 agosto.
Il congolese, in aula per assistere al processo, è stato interpellato dal giudice solo per capire il grado di comprensione della lingua italiana. In aula, ad inizio processo la Corte ha anche ammesso la presenza delle telecamere autorizzate alle riprese ma non dell'imputato né dell'unica parte offesa presente, la trans peruviana, difesa dall'avvocato Enrico Graziosi. L'avvocato Maurizio Ghinelli invece rappresenta i due ragazzi polacchi, vittime della violenza del 'branco' lo scorso agosto che in caso di abbreviato non dovrebbero presentarsi a testimoniare. Nel video l'intervista a Paolo Giovagnoli, Procuratore Capo Rimini Maurizio Ghinelli, avvocato coppia polacca.
VA
Intorno alle 12, dopo due ore, il tribunale collegiale si è ritirato per decidere sulle eccezioni preliminari presentate dalla difesa del ventenne.
Da una parte il pubblico ministero, Stefano Celli, che aveva chiesto per il maggiorenne del branco di stupratori il rito direttissimo alla luce della "confessione resa" fornendo anche la registrazione audio di due ore.
Dall’altra i suoi difensori, Mario Scarpa e Francesco Zacheo, che insistono sull’inammissibilità di un rito per il quale mancano i "presupposti" e annunciano la richiesta di rito abbreviato.
Per Scarpa, procedere per direttissima in un caso così grave potrebbe ledere il diritto di difesa dell'imputato "che ha confessato sì ma parzialmente" ha detto il legale. "Ci sono addebiti che Butungu respinge come quello dello spaccio di stupefacenti", ai complici minorenni.
La direttissima è prevista dal Codice, a patto che esistono alcune condizioni. La prima è che avvenga entro i 30 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, e che l’imputato sia reo confesso o che venga arrestato in flagranza di reato. La pubblica accusa si è detta non contraria a processare in altra sede il congolese per quei reati che non ha confessato.
Dodici i capi di imputazione che comprendo le rapine, di Miramare, di Marina Centro, gli stupri e la tentata violenza del 12 agosto.
Il congolese, in aula per assistere al processo, è stato interpellato dal giudice solo per capire il grado di comprensione della lingua italiana. In aula, ad inizio processo la Corte ha anche ammesso la presenza delle telecamere autorizzate alle riprese ma non dell'imputato né dell'unica parte offesa presente, la trans peruviana, difesa dall'avvocato Enrico Graziosi. L'avvocato Maurizio Ghinelli invece rappresenta i due ragazzi polacchi, vittime della violenza del 'branco' lo scorso agosto che in caso di abbreviato non dovrebbero presentarsi a testimoniare. Nel video l'intervista a Paolo Giovagnoli, Procuratore Capo Rimini Maurizio Ghinelli, avvocato coppia polacca.
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