Davanti al commissario della Legge Battaglino, si è aperto il processo a carico di Daniele Guidi e Marco Mularoni, rispettivamente ex amministratore delegato e vice direttore generale area finanza Cis. Al centro del procedimento l'utilizzo ritenuto indebito, da parte dei due ex vertici Cis, di titoli di proprietà di terzi come propri dell'istituto, per costituire garanzia di finanziamenti concessi a Cis da banche estere, esponendo quindi i clienti al rischio di insolvenza della banca. L'operatività anomala – secondo l'accusa- dal 2012 alla messa in liquidazione di Cis, per una cifra complessiva molto alta, 8 milioni e 850 mila euro: solo uno dei clienti tuttavia si è costituito parte civile, ed è questa una delle particolarità di un processo destinato (non fosse altro perché sui conti dell'ex AD di Cis sta indagando la Procura di Roma per l'inchiesta sulle mascherine nella quale è indagato Arcuri), ad avere rilevanza mediatica.
Quando si riaprirà perlomeno, dal momento che il commissario della Legge Battaglino ha accolto la richiesta della Procura Fiscale di rimettere gli atti in istruttoria affinché gli imputati debbano rispondere di truffa, non di frode nell'esecuzione dei contratti, così come per l'altro procedimento ai danni del Consiglio per la previdenza dell'Iss sulle risorse del Fondo pensioni allocate presso la stessa banca; si sarebbe dovuto aprire oggi anche questo, ma il Commissario della Legge Battaglino ha fatto richiesta di astensione. La remissione degli atti in istruttoria per una valutazione- così come richiesto dal Procura Fiscale- da parte di un commissario della Legge diverso da Morsiani che l'ha condotta, sul profilo di responsabilità di Marino Grandoni, stante il contenuto delle dichiarazioni rese in una lettera a suo nome in cui il maggiore azionista della banca scriveva di essere l' effettivo beneficiario di titoli dei privati in questione. Il procedimento ha preso avvio da una denuncia di Sido Bonfatti, legale rappresentate di BNS, l'istituto nato per legge dalle ceneri di Cis a tutela dei depositanti, e che rischierà di dover rispondere delle condotte di chi l'ha gestita in precedenza. Un paradosso, secondo i legali di Bonfatti che hanno presentato questione di legittimità costituzionale. Non l'unico in un procedimento in cui all'ex vice direttore Mularoni è arrivato prima il rinvio a giudizio della comunicazione giudiziaria