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Traffico d'armi da San Marino alla "mala" pugliese

15 apr 2013
Traffico d'armi da San Marino alla "mala" pugliese
Traffico d'armi da San Marino alla "mala" pugliese
L'armeria Gmb, che si trova a Borgo Maggiore, è chiusa da tempo ma il titolare, il Conte Gaetano Manzoni Borghesi, 74 anni, e il suo ex dipendente Stefano Suzzi, 32 anni di Verucchio, continuavano a vendere armi spedendole in Puglia a persone inesistenti. Il trasporto e la consegna della merce veniva effettuato in provincia di Bari. E le armi, anziché all'indirizzo scritto sulla bolla di accompagnamento, finivano ad Andria a tre individui con precedenti di polizia: Luigi Rustico, Vincenzo Coratella ed una terza persona – F.M. le iniziali – che provvedevano all'abrasione della matricola e poi alla cessione di pistole, fucili di precisione, fucili mitragliatori, relative munizioni e altri accessori, alla mala pugliese. Attraverso questa prassi le armi passavano dal circuito legale a quello illegale ma nel 2009 l'allora comandante della Gendarmeria Achille Zechini, insospettito dalla quantità di armi vendute e soprattutto dai documenti evidentemente taroccati dei presunti destinatari, mise in allerta la Polizia di Stato italiana mediante i canali Interpol. Di li le indagini della Questura di Bari e della Procura di Trani che si sono concluse con gli arresti del sammarinese Gaetano Manzoni Borghesi, di Stefano Suzzi – ad opera della Mobile di Rimini - dei tre acquirenti di Andria e dei due autisti (lavoravano per ditte appaltatrici che effettuavano consegne e ritiri per la Gls) “oliati” a dovere per fare le consegne anomale nella massima discrezione.
Il Conte Gaetano Manzoni Borghesi, che aveva già precedenti di polizia, si trova ora in carcere a Bologna. Lo hanno arrestato con una trappola, attraendolo fuori dai confini di San Marino. Una convocazione, venerdì scorso, al commissariato di Imola per una questione amministrativa legata ad un'arma. Quando Manzoni è arrivato sono scattate le manette. Lontano discendente del romanziere Alessandro Manzoni e membro di una famiglia nobiliare sammarinese, tre mesi fa era stato rinviato a giudizio a San Marino per l'indagine parallela condotta dal Commissario della Legge Laura di Bona.

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