Le punte di alcuni alberi sono state tranciate dalla motoslitta volata per alcune centinaia di metri fuori dalla pista Olimpia 2, sul Cermis, teatro della tragedia della scorsa notte in cui hanno perso la vita sei persone di nazionalità russa. Le salme - due uomini e quattro donne - sono già state portate a valle e ricomposte nella camera mortuaria di Cavalese. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti per primi gli addetti ai gatti delle nevi, impegnati nella battitura notturna della pista, che hanno notato una scia di neve all'altezza di una curva parabolica, molto ripida, e la rete di protezione sfondata. Nel dirupo sottostante i soccorritori hanno quindi individuato la motoslitta ribaltata e il rimorchio, con i passeggeri sbalzati ad alcune decine di metri di distanza. Sui rami degli alberi spezzati sono stati trovati alcuni scarponi. L'operazione di soccorso e recupero delle salme e dei feriti è stata condotta da quattro equipaggi di 'Trentino Emergenza' ed enti convenzionati, 35 vigili del fuoco volontari di Cavalese e di altri corpi dell'Unione distrettuale di Fiemme, una ventina di persone del Soccorso alpino, il personale della Società Impianti a Fune Alpe Cermis. Con loro anche tre esperti dell'associazione Psicologi per i popoli.
Prelievi di sangue sui due sopravvissuti della tragedia del Cermis sono stati effettuati questa mattina, su disposizione degli inquirenti, per verificare l'eventuale tasso alcolemico di chi era alla guida della motoslitta. Già nelle prossime ore i risultati dell'esame dovrebbero essere noti e trasmessi alla Procura di Trento, che per lunedì prossimo ha convocato un vertice per fare il punto sulle indagini. Intanto da Milano è in arrivo in Trentino il console generale russo, per avviare le pratiche di trasferimento delle salme nel loro paese d'origine.
"I primi importanti rilievi sulla dinamica dell'incidente ci permettono di affermare, in attesa ovviamente della conclusione dell'inchiesta giudiziaria, che quanto è avvenuto sembra essere nato in una situazione di violazione di qualsiasi norma di sicurezza e buon senso": lo afferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, accorso sul teatro della tragedia del Cermis dove hanno perso la vita sei cittadini russi. "In Trentino - ha sottolineato Pacher - la norma provinciale prevede la presenza di mezzi meccanici sulle piste di sci solo per motivi di sicurezza o soccorso o per motivi strettamente di servizio. E' questo non è certamente il caso di quanto avvenuto lungo la pista del Cermis, dove il mezzo trainato dalla motoslitta non era addirittura idoneo al trasporto di persone, oltre a non avere ovviamente alcuna autorizzazione, che in nessun caso è mai stata concessa sulle piste trentine". "Siamo scossi da quanto accaduto - ha proseguito Pacher - e tutta la comunità trentina si stringe attorno ai familiari, ai parenti e agli amici delle vittime. Si tratta di un momento di dolore che ci vede uniti e che ha visto una immediata mobilitazione di tutto l'apparato della protezione civile trentina al quale va la nostra riconoscenza".
Prelievi di sangue sui due sopravvissuti della tragedia del Cermis sono stati effettuati questa mattina, su disposizione degli inquirenti, per verificare l'eventuale tasso alcolemico di chi era alla guida della motoslitta. Già nelle prossime ore i risultati dell'esame dovrebbero essere noti e trasmessi alla Procura di Trento, che per lunedì prossimo ha convocato un vertice per fare il punto sulle indagini. Intanto da Milano è in arrivo in Trentino il console generale russo, per avviare le pratiche di trasferimento delle salme nel loro paese d'origine.
"I primi importanti rilievi sulla dinamica dell'incidente ci permettono di affermare, in attesa ovviamente della conclusione dell'inchiesta giudiziaria, che quanto è avvenuto sembra essere nato in una situazione di violazione di qualsiasi norma di sicurezza e buon senso": lo afferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, accorso sul teatro della tragedia del Cermis dove hanno perso la vita sei cittadini russi. "In Trentino - ha sottolineato Pacher - la norma provinciale prevede la presenza di mezzi meccanici sulle piste di sci solo per motivi di sicurezza o soccorso o per motivi strettamente di servizio. E' questo non è certamente il caso di quanto avvenuto lungo la pista del Cermis, dove il mezzo trainato dalla motoslitta non era addirittura idoneo al trasporto di persone, oltre a non avere ovviamente alcuna autorizzazione, che in nessun caso è mai stata concessa sulle piste trentine". "Siamo scossi da quanto accaduto - ha proseguito Pacher - e tutta la comunità trentina si stringe attorno ai familiari, ai parenti e agli amici delle vittime. Si tratta di un momento di dolore che ci vede uniti e che ha visto una immediata mobilitazione di tutto l'apparato della protezione civile trentina al quale va la nostra riconoscenza".
Riproduzione riservata ©