Si trattò del più ingente sequestro di stupefacenti compiuto dalla Gendarmeria negli ultimi 20 anni. Era il maggio del 2019, e i militari trovarono quasi 840 grammi di cocaina, per un valore di circa 90.000 euro, e 15 chili di sostanza da taglio – oltre a un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento -, nell'appartamento di Serravalle dove si trovava Flavio Chignoli: bresciano, trasferitosi in Repubblica per il matrimonio con una sammarinese. Oggi il processo-lampo davanti al Giudice Battaglino. Respinta la richiesta di ammissione all'esperimento probatorio avanzata dalla Difesa, che aveva ricordato il percorso di recupero intrapreso volontariamente dall'imputato, sostenendo poi come la sostanza sequestrata fosse destinata al consumo personale. Un tenente della Gendarmeria, sentito come teste, ha affermato come dalle osservazioni effettuate, prima della perquisizione, non fossero state notate persone recarsi nell'appartamento per acquistare droga.
Chignoli – sottoponendosi ad interrogatorio – ha parlato di “uso quotidiano senza ritegno di alcool e cocaina”, di isolamento totale. Una dipendenza che lo avrebbe indotto, tempo addietro, ad acquistare 2 chili di droga per soddisfare i propri bisogni; fino al sequestro della parte “residua”. “Ho rovinato il mio matrimonio – ha detto – e questo è il mio più grande rammarico”. Ribadita poi la volontà di cambiare vita; per questo avrebbe accolto quasi con sollievo l'intervento delle Forze dell'Ordine, che portò al suo arresto.
Per la Procura del Fisco, però, la quantità di droga sequestrata è tale che non è possibile ipotizzare unicamente l'uso personale. Ricordati anche 2 precedenti, in Italia, per cessione di stupefacenti. L'imputato inoltre gestiva un locale in zona Ciarulla, all'interno del quale – ha ipotizzato il PF – poteva incontrare acquirenti. Da qui la richiesta di una condanna a 3 anni e 6 mesi di prigionia; “ritoccata al ribasso” dal Commissario della Legge, che ha deciso per una pena di 3 anni ed 1 mese. Disposta anche la confisca di quanto sequestrato.
In precedenza altri processi, riguardanti la detenzione di stupefacenti. In due casi è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. In un altro – si contestava il possesso di un grammo di cocaina – è stato concesso il perdono giudiziale, visto l'esito positivo dell'esperimento probatorio. Nuovo processo, poi, per Samantha Beccari, già amministratore unico della Beccari srl; contestata l'omessa tenuta e conservazione regolare della contabilità dell'azienda, per la quale – dopo la liquidazione – era stato aperto giudiziale concorso dei creditori nel luglio 2019. La Difesa ha parlato del periodo nel quale l'imputata guidò la società (giugno 2016 - aprile 2019) come una “triste parentesi” della sua vita; che ha portato alla contestazione di reati e a condanne. Impegno – ha aggiunto – cui è stata in un qualche modo costretta da vicende familiari, e che ha affrontato in solitudine; ma il dissesto – ha concluso – non è stato causato da lei. Da qui la richiesta di assoluzione per mancanza di dolo. Il Giudice Battaglino ha deciso però per una condanna a 1 mese di arresto ed 1 anno di interdizione.
Nel pomeriggio l'epilogo di una vicenda giudiziaria a suo modo paradigmatica dell'impatto sui commerci delle tensioni nei rapporti fra l'Occidente e la Russia. Al centro di due procedimenti, successivamente riuniti, la SM Sales di Acquaviva; srl teoricamente dedita prima all'import-export e poi alla produzione e fornitura di funghi freschi. In realtà – secondo gli inquirenti – una “cartiera”, con l'obiettivo, fra gli altri, di esportare beni nella Federazione Russa, “aggirando” l'embargo. Condannato a 3 anni di prigionia il cittadino bielorusso, residente a Sassofeltrio, Andrei Kastramin: ritenuto dall'accusa l'amministratore di fatto della società. 2 anni e 3 mesi al ravennate Andrea Babini, che risultava amministratore unico della SM Sales nella prima fase. Poi – come amministratore di diritto – figurò il sammarinese Matteo Lisi; per lui è stata decisa una pena di 1 anno e 3 mesi, con il beneficio della sospensione condizionale. In sede civile sarà invece affrontata la questione dei risarcimenti, perché fra i reati non prescritti figura la truffa ai danni dello Stato.
In mattinata, infine, anche l'udienza d'appello del processo contro Agnese Marchesini: condannata in primo grado a 4 anni e mezzo di prigionia, con la confisca di 540.000 euro già sotto sequestro, e la confisca per equivalente di altri 686mila euro fino al raggiungimento di 1 milione 230mila euro: la somma che si ritiene fosse stata riciclata a San Marino. Marchesini, collegata da remoto dall'Australia, ha affermato di non essere scappata; ribadendo come il denaro depositato a San Marino fosse frutto della sua attività di broker. Il Giudice Caprioli si è riservato di decidere entro un mese.
Tribunale: condannato 50enne bresciano; nel 2019 la Gendarmeria gli sequestrò quasi 840 grammi di cocaina
Il Giudice Battaglino ha deciso per lui una pena di 3 anni e 1 mese di prigionia. A sentenza, nel pomeriggio, anche la vicenda della SM Sales srl. Numerose, oggi, le udienze
14 apr 2021
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