Logo San Marino RTV

Tribunale: coniugi condannati. Erano accusati di ingiuria, diffamazione e disturbo della quiete pubblica

“Nel mirino” dei due imputati i gestori di una struttura sanitaria dove la figlia – su disposizione delle autorità italiane – era ospitata. All'attenzione del Giudice Morsiani anche altri 3 procedimenti

6 giu 2023

Per mesi avrebbero portato il caos a Villa Oasi, ingiuriando e diffamando l'Amministratore e tempestando di telefonate i centralini. Questa l'accusa nei confronti di una coppia di coniugi di origine albanese, residenti nel Pesarese. Tempo fa era stato disposto il trasferimento della figlia – una giovane donna con problemi psichiatrici, pare – nella struttura sanitaria di Chiesanuova; il contesto familiare evidentemente era stato ritenuto non idoneo dalle autorità italiane. Ma tutto ciò avrebbe mandato in tilt i genitori, refrattari a qualsiasi spiegazione. Il responsabile del luogo di accoglienza, ed uno psicoterapeuta, hanno ricordato in Aula le loro urla, ogniqualvolta si presentavano ai cancelli; le intrusioni, anche in periodo di restrizioni anti-Covid. E soprattutto le accuse, le offese: tanto pesanti quanto infondate. La figlia era forse la parte più sana della famiglia, ha dichiarato un teste. Posto l'accento in udienza sulla pericolosità sociale dei due imputati, peraltro contumaci. Il PF si è opposto alla concessione dei benefici di legge. 2 mesi di arresto ciascuno, infine, la condanna.

In precedenza la vicenda di un 50enne ucraino accusato di furto aggravato. Stando agli inquirenti avrebbe sottratto oltre 5.000 capi di abbigliamento e accessori dai magazzini di un'azienda di Serravalle, manomettendone l'uscita d'emergenza; e ciò quando la società era in fase di procedura concorsuale. Agli antipodi la versione dell'imputato; sostiene di essere stato autorizzato a prendere la merce a compensazione di un credito derivante dall'affitto di locali, e di avere continuato a farlo anche dopo il fallimento, senza forzare alcuna porta. Il 10 ottobre le conclusioni.

Previsto per l'8 settembre, invece, l'epilogo del processo a carico dell'amministratore di una società che esercitava l'attività di casa d'asta. Contestato l'ostacolo alle funzioni dell'AIF. Potrebbe infine incorrere nella mannaia della prescrizione il procedimento nei confronti di un 57enne umbro. Secondo l'accusa avrebbe utilizzato – per evadere le imposte – 4 fatture di grosso importo, emesse a fronte di prestazioni ritenute inesistenti. Ma tanto tempo è passato da allora; a complicare le cose anche il periodo pandemico. Il processo era stato poi riassegnato. Secondo il PF la prescrizione è maturata nel maggio 2021. Il Commissario della Legge si è riservato di decidere.





Riproduzione riservata ©