L'obiettivo era il deputato del Partito Radicale Igor Mosiychuk, rimasto ferito nell'attentato. Stava uscendo dagli studi di un'emittente televisiva, quando la deflagrazione di una bomba, piazzata su una motocicletta, ha ucciso la sua guardia del corpo ed un passante. Le autorità ucraine hanno subito incolpato la Russia. Sulla stessa linea il leader del Partito Radicale - ora all'opposizione - secondo il quale, quanto avvenuto, sarebbe legato alle opinioni politiche di Mosiychuk. Personaggio, quest'ultimo, quantomeno controverso: per anni imprigionato con l'accusa di partecipazione ad un gruppo terroristico ultranazionalista; liberato dopo la rivolta di Maidan, due anni fa era rimasto coinvolto in una vicenda di corruzione, prima di essere prosciolto. Non mancano sue fotografie, con magliette con impressa la cosiddetta runa “dente di lupo”: simbolo di una divisione di SS durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Cremlino, dal canto suo, ha smentito ogni coinvolgimento nell'attentato, parlando di “accuse isteriche ed infondate”. Pare inoltre che Mosiychuk avesse preso parte – 2 giorni fa; insieme ad un gruppo di estremisti – all'assalto ad un tribunale di Kiev. Era in corso il processo contro il leader di un battaglione di volontari, Mikola Kokhanivski, accusato di teppismo, dopo una rissa con un membro del gruppo di estrema destra Pravyi Sektor. Prematuro ricondurre la bomba della notte scorsa a una faida tra queste formazioni. Quel che è certo è che – nella Capitale – la tensione è molto alta in questi giorni, caratterizzati dalle proteste anti-corruzione promosse dal discusso ex Presidente georgiano Saakashvili.
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