Lo si dice spesso, ma mai come in questo caso, ci sono tutti. Istituzioni, le più alte, associazioni economiche e sociali, compagni di lavoro e amici, a Serravalle per dire addio a Giorgio Pasolini. “È presente tutta una comunità - dice Don Giuseppe Innocentini - come poche volte ho visto”. Apre le esequie in una Chiesa che non riesce a contenere tutti, ha voce rotta, don Peppino, e ricorda nell'omelia l’amico scomparso così tragicamente come un esempio di vita vera, per l’impegno nella famiglia, nel lavoro e nella società. Quel lavoro che lo saluta fino all’ultimo. La sua creatura, la sua impresa edile lo saluta dall’altra parte della strada.
Una chiesa che, improvvisamente, viene animata dagli applausi. A strapparli è il ricordo della nipote, che al termine delle esequie lo ringrazia per l'eredità che lascia, fondata sulla sua impresa più riuscita: una famiglia improntata ai valori cristiani e per la quale è sempre stato presente, con la sua forza e costanza. Poi “Paito” come lo ricordano anche gli amici nelle loro magliette, saluta tutti e si prende l’ultimo applauso.
Giovanna Bartolucci
Una chiesa che, improvvisamente, viene animata dagli applausi. A strapparli è il ricordo della nipote, che al termine delle esequie lo ringrazia per l'eredità che lascia, fondata sulla sua impresa più riuscita: una famiglia improntata ai valori cristiani e per la quale è sempre stato presente, con la sua forza e costanza. Poi “Paito” come lo ricordano anche gli amici nelle loro magliette, saluta tutti e si prende l’ultimo applauso.
Giovanna Bartolucci
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