A 83 anni è morto Charles Manson. Il serial killer più sanguinario della storia degli Stati Uniti era stato ricoverato in un ospedale in California qualche giorno fa per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Leader di una setta conosciuta con il nome di 'Family', Manson stava scontando l'ergastolo per l'omicidio di Sharon Tate, giovane moglie di Roman Polanski, e altre sei persone in un villa di Los Angeles nell'agosto del 1969.
L'uomo, dopo un'adolescenza difficile trascorsa fra riformatori e carcere, riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti, circa cinquanta persone: molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso di disadattamento sociale. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale. Oltre che per la connotazione religiosa, il suo gruppo differiva dalle "comuni" hippy per il palese e dichiarato disprezzo che nutriva nei confronti dei neri. The Family sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali. Smodato l'uso di droghe.
Il 9 agosto 1969, Manson pianificò un'intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l'obiettivo di penetrare nella villa al momento abitata da Roman Polanski e Sharon Tate, attrice e moglie del regista, incinta di otto mesi, e quella sera frequentata anche da alcuni loro amici. Manson rimase nel ranch dove risiedeva l'organizzazione; coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles "Tex" Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un revolver e una corda di nylon; entrati, i membri della "Famiglia" non ebbero nessuna pietà. Non ci furono sopravvissuti. L'attività criminosa continuò incontrastata per altri mesi, fin quando il procuratore Vincent Bugliosi riuscì a trovare le prove che incastravano Manson. Inoltre alcuni seguaci lo tradirono; testimone chiave nel processo fu Linda Kasabian, la ragazza che ricoprì il ruolo di "palo" la sera del 9 agosto 1969. Manson fu così arrestato e venne accusato di essere il mandante degli omicidi.
Non si conoscono con esattezza i moventi che spinsero la banda di Manson a uccidere. Alcuni specialisti avanzano l'ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato egli avrebbe scelto l'alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l'attenzione dell'opinione pubblica. Altri ritengono che l'uomo, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose e per questo covasse desideri di vendetta. Manson stesso nel giustificare i propri atti afferma di essere stato ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter. Egli credeva di aver individuato nel brano una sorta di "messaggio profetico" a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos.
L'uomo, dopo un'adolescenza difficile trascorsa fra riformatori e carcere, riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti, circa cinquanta persone: molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso di disadattamento sociale. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale. Oltre che per la connotazione religiosa, il suo gruppo differiva dalle "comuni" hippy per il palese e dichiarato disprezzo che nutriva nei confronti dei neri. The Family sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali. Smodato l'uso di droghe.
Il 9 agosto 1969, Manson pianificò un'intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l'obiettivo di penetrare nella villa al momento abitata da Roman Polanski e Sharon Tate, attrice e moglie del regista, incinta di otto mesi, e quella sera frequentata anche da alcuni loro amici. Manson rimase nel ranch dove risiedeva l'organizzazione; coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles "Tex" Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un revolver e una corda di nylon; entrati, i membri della "Famiglia" non ebbero nessuna pietà. Non ci furono sopravvissuti. L'attività criminosa continuò incontrastata per altri mesi, fin quando il procuratore Vincent Bugliosi riuscì a trovare le prove che incastravano Manson. Inoltre alcuni seguaci lo tradirono; testimone chiave nel processo fu Linda Kasabian, la ragazza che ricoprì il ruolo di "palo" la sera del 9 agosto 1969. Manson fu così arrestato e venne accusato di essere il mandante degli omicidi.
Non si conoscono con esattezza i moventi che spinsero la banda di Manson a uccidere. Alcuni specialisti avanzano l'ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato egli avrebbe scelto l'alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l'attenzione dell'opinione pubblica. Altri ritengono che l'uomo, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose e per questo covasse desideri di vendetta. Manson stesso nel giustificare i propri atti afferma di essere stato ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter. Egli credeva di aver individuato nel brano una sorta di "messaggio profetico" a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos.
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