Gabriele Bravi Tonossi, commercialista della famiglia Caltagirone, fu arrestato nel 2013 in merito all'inchiesta sul lodo Imi Sir, che coinvolse l’ex moglie di Caltagirone Rita Rovelli, figlia del petroliere Angelo. Per l'accusa i denari movimentati al centro del filone sammarinese sarebbero per l'appunto riconducibili alla maxi corruzione in atti giudiziari ma nel corso dell'esame dell'ormai anziano commercialista il nome della madre di tutte le tangenti non emerge mai.
Davanti al giudice Gilberto Felici il professionista ha spiegato i passaggi di una operazione immobiliare a Montreal da cui guadagnò 10 milioni di dollari canadesi, che costituì un asset importante della sua ricchezza, che poi custodì in pancia a Lituis Investiment e Db Trade, partecipata da una società di diritto panamense.
Poi i legami con i coimputati: quello che da oltre quarant'anni lo legava a Filippo Dolfus, fiduciario che nominò amministratore di alcune società, non ha resistito al terremoto giudiziario. Formale quello con Luca Simoni, ex direttore Carisp, anche lui presente in aula, a cui si presentò su consiglio di Caltagirone, visto che non era più soddisfatto della Lituis Investiment. I soldi vennero accreditati a San Marino su sua disposizione tramite la DB Trade. “Non sapevo - ha specificato- che la società di Caltagirone, Acqua Marcia, avesse una posizione debitoria verso la banca”. Perlomeno fino a quando Caltagirone gli propose di acquistare il terreno che era a garanzia del debito. Solo in seguito all'arresto di Caltagirone ed alla precedente segnalazione di Carisp la vicenda espose coinvolgendo anche la DB Trade. Ma le posizioni delle due società, stando alle ultime testimonianze di un processo che si avvia alla conclusioni, erano state fino ad allora ben distinte. Nella prossima udienza sarà ascoltato Luca Simoni.
Davanti al giudice Gilberto Felici il professionista ha spiegato i passaggi di una operazione immobiliare a Montreal da cui guadagnò 10 milioni di dollari canadesi, che costituì un asset importante della sua ricchezza, che poi custodì in pancia a Lituis Investiment e Db Trade, partecipata da una società di diritto panamense.
Poi i legami con i coimputati: quello che da oltre quarant'anni lo legava a Filippo Dolfus, fiduciario che nominò amministratore di alcune società, non ha resistito al terremoto giudiziario. Formale quello con Luca Simoni, ex direttore Carisp, anche lui presente in aula, a cui si presentò su consiglio di Caltagirone, visto che non era più soddisfatto della Lituis Investiment. I soldi vennero accreditati a San Marino su sua disposizione tramite la DB Trade. “Non sapevo - ha specificato- che la società di Caltagirone, Acqua Marcia, avesse una posizione debitoria verso la banca”. Perlomeno fino a quando Caltagirone gli propose di acquistare il terreno che era a garanzia del debito. Solo in seguito all'arresto di Caltagirone ed alla precedente segnalazione di Carisp la vicenda espose coinvolgendo anche la DB Trade. Ma le posizioni delle due società, stando alle ultime testimonianze di un processo che si avvia alla conclusioni, erano state fino ad allora ben distinte. Nella prossima udienza sarà ascoltato Luca Simoni.
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