Un intreccio familiare romagnolo dove il tentativo di dialogo tra padre e figlio oppone due generazioni e ne mette in risalto le diversità. La trama di Calere – Transitus animae è un omaggio di NoveTeatro a Pier Paolo Pasolini, in scena ieri sul palco del Teatro Titano. Tra gli attori protagonisti la sammarinese Patrizia Bollini. La scomparsa dei sentieri di campagna, le calere appunto, diventano una metafora del disorientamento dei giovani in un mondo in cui ormai smarrirsi è fin troppo facile e, per dirla con Pasolini, dove “evoluzione non significa sempre progresso”.
Lo racconta un registra da sempre sensibile ai temi storico-sociali come Eugenio Sideri. “Nessun si rende conto che quello che va difeso è proprio questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare”: lo scriveva Pasolini ne La forma della città nel 1973 ed è proprio questo concetto che Sideri vuole trasportare nel nuovo millennio, trasformandolo nel confronto-scontro tra padre e figlio. “Il loro tentativo di dialogo – scrive nelle note di regia – rappresenta le generazioni a confronto senza rimpianti ma forse con sogni infranti, e senza illusioni, anzi, con troppe disillusioni verso il futuro”.