Merini, poetessa dei Navigli (i Navili de Milan), 'jazzata' nella sua poetica istintiva e cruda in partitura ritmica per due voci in una sola, quella registrata a tratti biascicata e fumata di Alda. Attori in scena nuda a voce quasi dettata... Un grumo poetico elegante e burbero che passa indistintamente dalle stelle al vino per lo sperma come in una preghiera laica mai laicista. Lei e i suoi 46 elettroshock tradotti in versi poetici sin dal 1961 quando entrata in manicomio volontariamente trovò la libertà (quella vera dell'anima).