Un'esplosione di colori, forme, dove la visione astratta si fonde con quella figurativa. Fino al 24 novembre Eddie Martinez rappresenterà San Marino alla 60esima esposizione Internazionale d’Arte. Siamo a Venezia per l'inaugurazione del Padiglione, che anche questa volta è La Fucina del futuro, a Calle San Lorenzo, in continuità con la Biennale Architettura.
Il progetto che porta l'artista americano, conosciuto per i suoi grandi murales, si chiama Nomader - neologismo che suggerisce un gioco fonetico con “no matter”, non importa -, in stretta affinità con Stranieri Ovunque, il tema proposto quest'anno dalla Biennale. Martinez interpreta il tema della migrazione raccontando nell'arte la sua vita: fin da piccolo si è spostato da uno Stato all'altro degli Usa.
Privo di una convenzionale stabilità, si sentiva straniero ovunque. Da qui l’inclinazione ad appropriarsi di frammenti di immagini e paesaggi, che si riflettono nella sua iconografia, mutevole e ogni volta rivisitata. La sua arte è in continua evoluzione, migrazione appunto.
Il nome del complesso di opere “rimanda anche al concetto – spiega la curatrice Alison Gingeras –, di cambiare mentalmente e attraversare culture e identità”. L'universo visivo della sua parte dal disegno, motore generativo delle sue pennellate vigorose e delle sue creazioni scultoree. Uno stile particolarissimo che si spinge in tutti gli angoli dell'esplorazione artistica.
Il Padiglione del Titano è progettato e realizzato da FR Istituto d'arte contemporanea, che ha scelto Martinez. Non è la prima volta che il Titano guarda ad artisti stranieri per le proprie partecipazioni a Venezia, onorando la sua storia di accoglienza.