C’è cinema e cinema: film da guardare e non soltanto da vedere: ancora una volta esclusiva del circondario unica per il territorio solo al SETTEBELLO di Rimini LA GUERRA DICHIARATA incredibile pellicola di Valérie Donzelli con Jérérmie Elkaim. Romeo e Giulietta s’incontrano e subito si amano; fanno un figlio, Adamo, frutto dell’eterna passione di un coppia. Il piccolo è colpito dalla malattia, quella che uccide inesorabilmente, addirittura alla testa: un tumore al cervello! A volte è difficile pronunciare la parola: figurarsi poi se il cancro colpisce un bimbo. A parlarne recitando e scrivendo per il cinema sono proprio Valérie e l’ex compagno nella vita attore -sceneggiatore Gérémie: Romeo e Juliette sono proprio loro due in una sorta di rievocazione autobiografica vera assolutamente accaduta anni fa al figlioletto Gabriele che recita se stesso anche nel film: e benissimo.
Girato con discrezione in ospedali e sale operatorie vere con macchine fotografiche in modalità video HD montate in modo sorprendete ed efficace mescolate al cinematografico in 35mm soprattutto nelle esterne finali. La storia parla d’amore e coinvolge la famiglia allargata, nonne, genitori e fratelli; in mezzo c’è sempre la malattia che passa dal piccolo ai genitori, ai nonni e agli amici, ritorna al bambino in una guerra continua e snervante con fitte battaglie in corridoi e bagni d’ospedale visite mediche e ambulatori. Opera esplosiva a tinte pop montata come uno spot, ironica tipo videoclip, che parla di mali maligni dapprima benigni: pieni d’amore di papà e mamma, di nonni e zie, in un docu-film di vita sulla parola chiave: SPE-RAN-ZA, e basta. Citiamo le frasi: “non siamo credenti ma dobbiamo pregare”-dicono i due genitori abbracciati nell’oscurità della notte prima dell’operazione al cervello - parte un PADRE NOSTRO e Valérie-Juliette finisce mestamente con una AVE MARIA. Il finale è comunque un inno alla vita: De Vita Nova, davvero, presente la morte.
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Girato con discrezione in ospedali e sale operatorie vere con macchine fotografiche in modalità video HD montate in modo sorprendete ed efficace mescolate al cinematografico in 35mm soprattutto nelle esterne finali. La storia parla d’amore e coinvolge la famiglia allargata, nonne, genitori e fratelli; in mezzo c’è sempre la malattia che passa dal piccolo ai genitori, ai nonni e agli amici, ritorna al bambino in una guerra continua e snervante con fitte battaglie in corridoi e bagni d’ospedale visite mediche e ambulatori. Opera esplosiva a tinte pop montata come uno spot, ironica tipo videoclip, che parla di mali maligni dapprima benigni: pieni d’amore di papà e mamma, di nonni e zie, in un docu-film di vita sulla parola chiave: SPE-RAN-ZA, e basta. Citiamo le frasi: “non siamo credenti ma dobbiamo pregare”-dicono i due genitori abbracciati nell’oscurità della notte prima dell’operazione al cervello - parte un PADRE NOSTRO e Valérie-Juliette finisce mestamente con una AVE MARIA. Il finale è comunque un inno alla vita: De Vita Nova, davvero, presente la morte.
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