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Come un antico guerriero in "cordata"

“MONTAGNAVVENTURA” la rassegna del CAI modenese racconta a Pavullo in teatro la storia dell'arrampicatore RENATO CASAROTTO nell'opera “SOLO DI CORDATA” presente l'autore DAVIDE RIVA

di Francesco Zingrillo
7 ott 2020

Uomini e montagne in materiali, immagini e filmati d'epoca, sulla pratica alpinistica, l'amicizia e la natura incontaminata. Un ritratto avventuroso e una testimonianza umana dello scalatore solitario CASAROTTO capace di imprese memorabili che ne fanno un mito per la gente di montagna e gli appassionati sportivi e naturalisti. La sua voce originale e il rumore del ventre (parete) delle vette, le sequenze e i repertori filmati sull'eclettismo nelle tecniche d'ascesa ancora insuperate e irripetibili. Testimonial “puro” tra i più celebrati alpinisti di tutti i tempi (ha aperto vie che da 40 anni vengono percorse grazie a lui) racconta per la prima volta in un lungometraggio l'animo umano: “quando la persona arriva a confrontarsi con l'origine...”.

Salire in alto, infondo, è scendere in basso dentro se stessi. Insieme (sempre e fino all'ultimo) dai dialoghi e commenti della compagna di vita e di scalate, GORETTA TRAVERSO, s'intuisce che cos'è l'amore: lei è la prima donna italiana a scalare un 8000, il Gasherbrum II; una coppia extra-ordinaria. Muore sul K2 nel 1986 si accascia sullo zaino dopo una caduta rovinosa che gli procura ferite mortali. Viene tumulato in un crepaccio come un antico guerriero. Nel 2003 lo scorrere del ghiacciaio lo restituisce al Memorial Gilkey, sulla vetta incontaminata, dove riposa.

    fz


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