“Una selvaggia voglia di libertà” di una donna: inafferrabile e imprevedibile, bella di Bellezza vera. Giulia (Rosa Palasciano anche co-sceneggiatrice della storia) senza alloggio in piena pandemia con lo zaino pieno di vita (e tanta roba) vaga senza una meta certa per Roma. Ha bisogno di qualcuno e di qualcosa che sia uno spazio aperto come il mare... libero, per lasciarsi sorprendere (anche dalla maternità o dall'amore, appunto). Pellicola realista girata in presa diretta su un canovaccio aperto all'arte dell'improvvisazione degli attori e alle comparse prese dalla strada nei loro stessi panni, senza colonne sonore, e con una organizzazione produttiva minima perché Giulia potesse apparire originale come un animale selvatico: una volpe in giro per la Capitale. Il film è un'istantanea della società dell'ultimo biennio 'malato' in cui ci sentiamo (e ci siamo sentiti) tutti scomodi e precari: rassegnati a vivere.