La vita, la morte e la guerra, in musica antica di Andrea Rocca e l'immaginifica epopea di GILGAMESH (in morte dell'amico Enkidu il giovane re cerca il segreto della vita eterna) dai materiali tratti dagli scavi della Biblioteca di Ninive su composizioni video di Alessandra Pescetta. “Colui che tutto vide” - scrive il regista Calcagno, autore del libro edito da Mesogea. Spettacolo ispirato ai bassorilievi ittiti della millenaria Civiltà anatolica che attinge dai cantastorie di ogni epoca affascinati dal senso d'inquietudine e dall'unità dell'antieroe della storia sumera. L'epopea di Gilgamesh, umana e divina, degli dei (gli Annunaki, che gli anno assegnato un trono) e degli uomini (“un giorno mi adagerò anch'io al suolo senza potermi più rialzare”), recita il giovane re fuggito dal regno) esseri che soffrono consumando il loro corpo esattamente come noi... L'austriaco d'origine boema Rilke e l'ebreo di lingua tedesca naturalizzato inglese Canetti, sono venuti a patti con questo antico testo sapienziale non senza Dio.