Indagare il comportamento giovanile e le sue devianze. I percorsi che portano i giovani alla droga. Questo l'obiettivo del seminario promosso dal CUFS. Fondamentale è innanzitutto mettere a fuoco le principali dimensioni sociali entro cui si muove e interagisce il giovane: famiglia, scuola, luoghi di aggregazione. Dimensioni che non sono più punti fermi come un tempo, ma spesso diventano essi stessi fattori di rischio che minacciano l'universo giovanile, fino a condurre i ragazzi verso le droghe. Alla base, un'identità più fragile alle prese con la complessità del sistema sociale, di cui si avvertono gli stimoli e le ansie: dalla precarietà dei valori, alla perdita di simboli condivisi, fino all'incertezza e alla paura del futuro. Turbamenti che per essere affrontati necessitano di personalità strutturate, in grado di reagire a spinte malsane. Di qui la riflessione sulle droghe ricreazionali, come l'Ecstasy: nata come farmaco con effetti stimolanti e “funzionale allo studio”, è diventata via via la sostanza-culto per il raggiungimento dello sballo estremo in discoteca. E non assumerla spesso può costare l'esclusione dal gruppo. Un disagio dunque che è parte di una crisi più profonda che attraversa l'intera società. Non è il prodotto delle sostanze assunte, ma è antecedente, e l'uso di droghe ne è semmai il risultato.
s.p.
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