Il Papa non scrive da pontefice “infallibile” (nessun dogma… si potrebbe dire), anzi: nel secondo volume su passione, morte e resurrezione parla da storico appassionato e controcorrente. Scrive sfatando parecchie dicerie, per esempio: solo una élite aristocratica di giudei volle l’uccisione e non Israele tutta. I circoli del tempio e il partito di Barabba spinsero per l’amnistia pasquale di popolo mentre i nazareni pregavano nascosti. Sangue versato mai contro qualcuno (vedi fondamentalismi e tutti i fanatismi!!!): potere precostituito (Pilato) o Sinedrio ma per tutti nei secoli dei secoli. Ancora, Giuda fu preda del Demonio e non ebbe fede; le curiosità: date di, ultima cena e passione, sbagliate. Il testo ha più livelli di lettura, non è un documento magistrale, ha sì una valenza teologica ma prima di tutto è il contributo di un innamorato di Cristo, con lo sguardo a Gesù in un rapporto personale rivolto al cuore di ognuno.
f.z.
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