Tutto - o quasi come previsto - chi doveva passare è passato, anche questa volta. Ce l’ha fatta – in scioltezza - la svedese Loreen, sempre più favorita per la vittoria finale. Domani sera saranno sul palco della Crystal Hall anche il serbo Zeliko Joksimovic, la macedone Kaliopi, la bella Ucraina Gaitana: outsider da tenere d’occhio, pezzo molto Eurofestivaliero il suo. Premiato anche il martello da discoteca del norvegese Toji: una sorta di George Michael ipervitaminizzato. Sull’esito della finale non ha dubbi. Clima da psicosi collettiva, nel Press Center, nel corso dell’annuncio dei finalisti. I Turchi, che gli Azeri considerano come una sorta di fratelli maggiori, sono stati chiamati solo alla fine. E la sala stampa ha reagito così. E poi Malta, Estonia, Bosnia, Lituania. Tre canzoni queste ultime che, non fosse per la lingua, sembrerebbero uscite da una edizione dei primi anni ’80 di Sanremo. Insomma, una semifinale oggettivamente di spessore inferiore rispetto alla prima, e questo ovviamente non fa che accrescere i rimpianti per San Marino. Tra i bocciati anche Max Jason Kay, sosia di Joey Tempest degli Europe. Un hard rock talmente superato – quello proposto dal cantante Slovacco – da destare simpatia e tenerezza. Unica mezza sorpresa l’eliminazione dell’olandese Joan Franka, che in molti vedevano in finale, con un pezzo piacevole e vagamente freak. Tanto di cappello alla signorilità con la quale ha accettato il verdetto.
da Baku Gianmarco Morosini
da Baku Gianmarco Morosini
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